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Fininvest, il nuovo patto: così i Berlusconi blindano il gruppo

Benedetta Vitetta
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Inizia formalmente una nuova stagione per Fininvest visto che ieri anche la quarta figlia di Silvio (scomparso sei mesi fa) avrà per la prima volta un ruolo all’interno della holding di famiglia, entrando a far parte del board societario come consigliere. A entrare nel cda che sarà ampliato da otto a dieci membri (ma potrà arrivare fino a 15 consiglieri), ci sarà anche Michele Carpinelli, lo storico consulente della società che ha seguito pure la quotazione di Mediaset. I due consiglieri freschi di nomina dureranno in carica fino alla scadenza dell’intero consiglio di amministrazione, ossia fino all’assemblea dei soci che dovrà approvare il bilancio 2023. E sempre ieri Roberto Spada è stato nominato sindaco effettivo al posto di Francesco Giampaolo che è stato designato sindaco supplente.

DUE NUOVI CONSIGLIERI
Ieri mattina , nella sede di via Paleocapa, si sono svolte le assemblee delle quattro holding (Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava), che hanno deliberato le modifiche statutarie previste dai patti parasociali, sottoscritti dai cinque eredi dell’ex patron lo scorso 11 settembre. A seguire si è poi tenuta l’assemblea Fininvest che, nella parte straordinaria, ha deliberato le modifiche statutarie previste dal patto parasociale tra i fratelli e, nella parte ordinaria, ha determinato in dieci il numero dei componenti del board della società. Insomma, i cinque fratelli Berlusconi hanno suggellato gli assetti della nuova Fininvest (che ricordiamo controlla Mfe - Media for Europe, l’ex Mediaset, Mondadori e Mediolanum, ndr) dopo la scomparsa del papà. Al termine dell’assemblea si è poi riunito il consiglio d’amministrazione.

In base al patto parasociale siglato lo scorso settembre tra i cinque figli/eredi: Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi è stato stabilito che per i prossimi cinque anni saranno i figli maggiori- Marina e Pier Silvio- a guidare il grande impero di famiglia.

MODIFICATO LO STATUTO
Il nuovo statuto delle holding prevede una clausola di covendita e una di trascinamento: in caso di una proposta d’acquisto da parte di soggetti terzi sulla maggioranza delle azioni dunque, i titolari di quote di minoranza avranno il diritto di vendere le partecipazioni al medesimo prezzo, mentre gli azionisti di maggioranza avranno il diritto di coinvolgere nella vendita pure le azioni dei soci di minoranza a uguali condizioni. I cinque figli del Cav hanno comunque definito un accordo di lock up (si tratta di una clausola che impegna gli azionisti a non compiere azioni sul capitale per un periodo di tempo fissato, ndr) impegnandoli a non vender quote da qui ai prossimi cinque anni. Esattamente il tempo in cui i due fratelli maggiori lavoreranno per far sì tutte le aziende che hanno ereditato dal padre diventino ancora più grandi e solide di quanto non lo siano già attualmente. Pure lo statuto della holding finanziaria Fininvest è stato modificato apportandogli le stesse clausole di covendita e di trascinamento e un lock up che vieta il trasferimento di azioni per un periodo di cinque anni.

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