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Albania, il nuovo paradiso dei pensionati italiani: "Il 30% in più sull'assegno"

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Con il Portogallo che chiude le porte, l'Albania in pochissimi mesi è diventata la meta preferita per i pensionati italiani. Il Paese adagiato sulle coste di fronte all'Italia non è solo una nuova meta turistica per chi viaggia d'estate e vuole spendere poco, ma è diventata un polo d'attrazione per chi si vuol godere l'assegno previdenziale con una tassazione nettamente inferiore rispetto a quella di casa nostra. Ed è stato uno di loro, uno dei pensionati che si sono trasferita dall'altra parte dell'Adriatico a spiegare i motivi che spingono i pensionati a imbarcarsi per Tirana: "Abbiamo visto che è vantaggioso fare la spesa nei supermercati di Durazzo. Altri vantaggi? La tranquillità sociale. In Albania mi sento di dire che la micro criminalità non esiste per noi pensionati, è una cosa importante questa si vive in modo molto sereno. Io potrei lasciare la porta di casa aperta, non me la tocca nessuno. Questa è la realtà albanese e per un pensionato è molto importante", ha spiegato Carmine ai microfoni di Zona Bianca qualche giorno fa.

Ma di certo la principale motivazione per far le valigie e accarezzare il rateo da sogno in Albania è quasi prettamente economica. Sul web proliferano le agenzie che organizzano il trasferimento per chi ha deciso di tagliare i ponti con il nostro Paese. E prima di prendere una decisione così importante è meglio consultare le cifre. I simulatori in questo caso sono molto efficaci e in pochi clic il pensionato riesce a capire quale sia il vantaggio concreto per chiudere la valigia e staccare il biglietto per l'Albania. Di fatto con una pensione di circa 1.500 euro e con un reddito annuale di circa 19.500 euro il risparmio complessivo nel primo anno con i piedi sulla terra albanese e di circa 4.200 euro. Se invece l'assegno tocca i 2.000 euro e si ha un reddito su 12 mesi di circa 26mila euro, ecco che il gruzzoletto risparmiato nel primo periodo in Albania può toccare anche i 7.000 euro. Cifre queste che invogliano sempre di più i pensionati italiani a cambiare le proprie abitudini trasferendosi altrove. L'Albania è diventata attrattiva negli ultimi 24 mesi. Infatti è stata introdotta una novità non da poco nell'ordinamento: il permesso di soggiorno per i pensionati. Una legge voluta fortemente dall'Associazione Pensionati Albania (Apia) che ha trovato la luce in parlamento nel 2021. E così è scattata l'ondata di pensionati italiani che si tengono stretto dalle parti di Tirana, Valona o Durazzo l'assegno più pesante con un 30 per cento in più rispetto a quanto percepirebbero in Italia. Per mollare tutto e trasferirsi bastano il cedolino della pensione e il casellario giudiziario.

Ma non c'è solo l'Albania. Anche la Grecia è diventata una meta d'oro per gli italiani in pensione. All'ombra del Partenone si può bere ouzo seduti in una taverna con una tassazione sugli assegni previdenziali del 7 per cento per 15 anni. Qui c'è una condizione importante da rispettare: risultare residenti fiscali in Grecia e non esserlo stato per i 5 dei 6 anni precedenti al trasferimento. Occhio anche al paradiso fiscale per i pensionati in Slovacchia. Dalle parti di Bratislava la pensione è interamente esentasse se arriva dall'estero. Infine ricordiamo anche Cipro. L'isola ha una delle tassazioni più favorevoli per gli assegni dei pensionati italiani: qui si applica un'aliquota del 5 per cento per tutti gli accrediti che arrivano dall'estero e che superano la soglia dei 3.420 euro. Inoltre se la pensione è al di sotto di questa soglia, l'importo è totalmente esentasse. Insomma dopo la stagione portoghese, comincia una nuova era per migliaia di pensionati italiani stufi della mani invadenti del fisco italiano. Ricordiamo che l'Inps e il Fisco avviano controlli annuali proprio sui pensionati all'estero. Infatti dal 20 settembre 2023, spiega l’Inps, Citibank ha iniziato a spedire le richieste di attestazione dell’esistenza in vita nei confronti dei pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania, da restituire alla banca entro il 18 gennaio 2024. In caso di mancata riscossione personale o produzione dell’attestazione di esistenza in vita entro il 19 febbraio 2024, il pagamento delle pensioni sarà sospeso a partire dalla rata di marzo 2024.

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