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Conto corrente? No, ecco come guadagnare col conto deposito

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Micheke Zaccardi
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Negli ultimi due anni, il ritorno dell’inflazione ha riportato in auge i conti deposito. Per coprirsi dalla corsa dei prezzi, sempre più italiani si sono orientati verso questo strumento che garantisce una remunerazione maggiore rispetto ai conti correnti tradizionali. La forchetta di rendimento tra le due tipologie è infatti molto ampia. Come riporta l’ultima pubblicazione dell’Abi (Associazione bancaria italiana), a novembre il tasso medio applicato ai conti correnti era pari allo 0,51%, mentre quello riconosciuto sui nuovi depositi a durata prestabilita (oltre ai certificati, i depositi vincolati) risultava pari al 3,81% (in aumento, rispetto a giugno 2022, quando era allo 0,29%, di 352 punti base). Ma cosa sono i conti deposito? E in cosa si distinguono dai conti correnti?

La principale differenza è rappresentata dal fatto che i conti deposito sono vincolati: il cliente si impegna a mantenere le somme fino alla scadenza stabilita (di solito 12, 24 o 36 mesi). In alcuni casi, inoltre, non c’è possibilità di svincolo, neanche parziale, prima del termine fissato. In altri casi, invece, il ritiro anticipato è possibile ma con costi aggiuntivi da sostenere, oppure rinunciando agli interessi maturati fino a quel momento. Insomma, il fatto che i risparmi depositati siano vincolati per diversi mesi viene bilanciato dalla maggiore remunerazione riconosciuta al cliente. Si tratta comunque di un modo per ottenere un rendimento certo: alla scadenza, il capitale viene sempre restituito. Inoltre, questi conti beneficiano della garanzia offerta dal Fondo di tutela dei depositi: in caso di fallimento della banca, si ha diritto a ottenere un risarcimento pari alle somme depositate (fino alla cifra massima di 100mila euro).

 

Oltre ai conti di deposito, negli ultimi mesi si sono diffusi anche i conti correnti remunerati. Vecchia conoscenza dei risparmiatori italiani, questi strumenti sono tornati a fare capolino tra le offerte delle banche. Sono dei normali conti correnti che, però, svolgono la stessa funzione dei conti deposito, cioè offrire una remunerazione alla liquidità. Il vantaggio principale che deriva dall’apertura di un conto corrente remunerato è legato alla possibilità di gestire la liquidità e di far rendere i risparmi con un unico prodotto, senza dover vincolare i fondi e senza sostenere costi di gestione aggiuntivi. Rispetto ai conti deposito, questi prodotti offrono un rendimento mediamente inferiore. Anche i costi per l’imposta di bollo sono diversi: nel caso del conto corrente remunerato il balzello di 34,20 euro all’anno va versato solo se la giacenza media è superiore a 5mila euro, mentre nel caso dei conti deposito la tassa va pagata sempre nella misura del 2 per mille delle somme depositate. Infine, bisogna considerare che sui conti correnti remunerati il denaro è sempre disponibile e utilizzabile liberamente. Per quanto riguarda i rendimenti, secondo i dati raccolti da Sostariffe.it per il Corriere della Sera, le soluzioni disponibili attualmente sul mercato italiano offrono una remunerazione media del 2,66% lordo per i depositi a un anno, mentre i conti deposito riconoscono un tasso di interesse lordo del 3,55%. Ipotizzando di avere 20.000 euro, nel caso di un conto corrente remunerato il guadagno netto alla fine del primo anno sarebbe poco meno di 350 euro, mentre per un conto deposito sarebbe di quasi 500 euro. A parità di durata, il rendimento di un conto corrente remunerato è pari a circa il 70-75% di quello garantito da un conto deposito. 

 

 

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