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Fiat, prosegue il trasloco in Africa

Antonio Castro
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Mentre l’Europa si arrampica sui vetri (scivolosi) di una costosa transizione verso l’automotive elettrico nel resto del mondo la vetture e gli altri mezzi ad alimentazione termica continuano a guidare il mercato. E sono proprio gli stessi produttori europei che da noi smantellano le vecchie linee di produzione ad alimentazione termica a spedirle in altri Paese per rimontarle - senza farsi tanti problemi ambientali, anzi incassando generosi incentivi dai governi locali - dove le norme ambientali risultano assai più morbide. Un esempio? Giusto la settimana scorsa Fiat Algeria ha annunciato di aver consegnato 16mila veicoli di diverse categorie nel mese di gennaio 2024. In tutto il 2023 sono stati consegnati nel Paese nordafricano quasi 60mila veicoli di diversi modelli, tra cui la Fiat Tipo e la Fiat 500X, che risultano le autovetture più richieste, nonché il Doblò, lo Scudo e il Ducato per i veicoli commerciali. La presenza in Algeria dei concessionari a marchio Fiat è ancora assai diffusa: ben 55 punti vendita, che coprono il 65% del territorio algerino. Fiat Algeria ha inoltre dichiarato di aver registrato una performance positiva nel 2023 e di impegnarsi a crescere anche nel 2024, grazie a una rete di distribuzione ampliata e a un’offerta di prodotti di qualità. Ma non basta appena qualche settimana prima (11 dicembre), il gruppo Stellantis e le autorità dell’Algeria hanno inaugurato lo stabilimento Fiat nella provincia di Orano, nell’ovest del Paese. Situato nella zona industriale di Tafraoui, lo stabilimento Fiat è stato costruito su un’area di 40 ettari, che si aggiungono a ulteriori 80 ettari dedicati ai produttori di attrezzature che accompagneranno l’impianto.

DALLA PANDA AL DOBLÒ
Si stima che nello stabilimento lavoreranno 600 persone al momento del lancio e che la cifra salirà a due mila entro il 2026. Saranno prodotti tre modelli, tra cui la Fiat 500 Hybrid che ha aperto il salone, seguita dal Doblò nelle versioni touring (vetrata) e commerciale, con la clausola che un nuovo modello internazionale uscirà dalle linee di produzione dello stabilimento nel 2026. L’accordo firmato nell’ottobre del 2022 prevede la produzione di 60mila veicoli nel primo anno, cifra che salirà a 90mila entro 12 mesi. Dall’Africa all’Est Europa la musica è più o meno la stessa. Se è vero che la nuova Panda elettrica sarà prodotta in Serbia. Anche la Polonia ospiterà le nuove linee di produzione a marchio Lingotto. Quello che appare ormai certo è che la nuova Fiat Panda non sarà prodotta in Italia. Si parla dello stabilimento Stellantis di Kragujevac in Serbia dove fino a qualche tempo fa veniva prodotta la Fiat 500L e di quello di Kenitra in Marocco.

 

 

In questo vengono prodotte Citroen Ami, Fiat Topolino e in futuro anche la nuova Fiat Multipla. In Italia dunque rimarrebbe solo l’attuale versione di Panda che continuerà ad essere realizzata a Pomigliano fino a fine 2026, Euro 7 permettendo. Non poteva mancare una rigenerazione dello storico stabilimento polacco nato in era sovietica. Abbandonato lo stabilimento di Tychy (era dal 1975 l’icona del marchio Fiat visto che dall’'inizio della produzione ha assemblato un totale di 10,8 milioni di automobili). Ma se Fiat esce dalla porta Stellantis rientra dalla finestra: Nello stabilimento polacco a sud di Katowize, regione della Slesia, lo scorso 7 settembre è stata avviata la produzione della Nuova Fiat 600e. Insomma, inseguire i salari bassi, la manodopera specializzata e i mercati meno permalosi con le emissioni.

 

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