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Ecco chi sono i signori italiani dell'acqua minerale

di Attilio Barbieri lunedì 21 luglio 2025

5' di lettura

Se ne parla da mesi: Nestlé sarebbe pronta a cedere la divisione acque minerali che ha in pancia San Pellegrino, Levissima, Panna e Perrier. Valore dell’operazione quasi 5 miliardi di euro. Possibili acquirenti il fondo francese Pai Partners e gli americani Kkr e Clayton Dubilier & Rice. Oltre a una cordata italiana. Dell’acqua in bottiglia si parla soprattutto quando qualche marchio passa di mano o sta per essere messo in vendita. Come in questo caso. Ma dietro ogni bottiglia c'è un nome, un volto, una storia imprenditoriale.

Il mercato italiano delle acque minerali, che vale oltre 3 miliardi di euro e produce 17 miliardi di litri all’anno, è nelle mani di una élite di imprenditori, manager e nuovi capitalisti. Dagli storici patriarchi ai giovani eredi delle dinastie industriali, dai manager globali delle multinazionali ai fondi di investimento che salvano le aziende in crisi pronti comunque a monetizzare alla prima occasione il loro impegno, ecco chi sono davvero i signori dell’acqua minerale italiana. Enrico Zoppas, 80 anni, è il decano indiscusso del settore. Alla guida della San Benedetto dal 1971, ha trasformato una piccola azienda veneta in un colosso da oltre un miliardo di euro di fatturato annuo. Ha fatto di San Benedetto e Guizza il primo player italiano del settore, presente in 100 paesi con 4,5 miliardi di bottiglie prodotte ogni anno. Michel Beneventi, 51 anni, guida il leader assoluto del mercato italiano.

Amministratore delegato di Sanpellegrino dal 2023, con cittadinanza italiana e svizzera, rappresenta Nestlé nella gestione del gruppo da 973 milioni di fatturato e presente in oltre 150 Paesi. Sarà lui a gestire l’eventuale vendita del gruppo, valutato 5 miliardi di euro. Alberto Bertone ha creato dal nulla Sant’Anna, diventato il terzo player nazionale e ora è protagonista dell’espansione europea. Fondatore, presidente e amministratore delegato di Fonti di Vinadio dal 1996, ha trasformato una fonte sulle Alpi Marittime in un impero da 315 milioni di euro di fatturato. Nel settembre 2024 ha acquisito la francese Compagnie des Pyrénées (marchio Eau Neuve) per 50 milioni di euro, La prima acquisizione all’estero di un’azienda italiana del settore. Emanuela e Laura Tulli rappresentano la terza generazione di una dinastia familiare umbra che custodisce una delle sorgenti più antiche d’Italia.

Le sorelle guidano come vicepresidente e presidente la Tulli Acque Minerali, produttrice dell’acqua oligominerale Fonte Tullia che sgorga nell’Appennino umbro-marchigiano, nel parco di un antico convento dei cappuccini a Sellano. Una storia che affonda le radici nel XVI secolo, quando la sorgente era conosciuta come “Acqua Premula” per le sue proprietà curative. Carlo Pontecorvo, 73 anni, ha una storia unica: da chirurgo a “signore delle acque”. È presidente e amministratore delegato della Ferrarelle dal 2005, quando rilevò il gruppo dalla Danone riportandolo sotto controllo italiano. Cavaliere del Lavoro dal 2011, il suo gruppo fattura 241 milioni di euro e controlla anche Vitasnella, Boario, Natía, Santagata. Maurizio Bigioni, presidente della Cogedi, controlla Uliveto e Rocchetta con un fatturato di 189 milioni. Pioniere dell’energia solare al 100% per la produzione, durante il Covid donò 600mila euro agli ospedali italiani. Roberto Rossi, amministratore delegato di Spumador dal 2011, rappresenta l’ex azienda familiare italiana (famiglie Verga-Colombo) nella società ora controllata dal gruppo olandese Refresco. Gestisce un fatturato di 170 milioni e i marchi Valverde, S. Antonio, San Carlo, Fonte S. Andrea con 600 dipendenti.

Nicola Arnone rappresenta la quarta generazione di una famiglia napoletana che opera nel beverage da 140 anni. È presidente e amministratore delegato della Sgam (Lete, Prata e Sorgesana), azienda leader nazionale delle acque effervescenti naturali con 150 milioni di fatturato. Pietro e Francesco Federico guidano Mangiatorella, una delle più importanti realtà imprenditoriali del Sud Italia. Hanno ereditato l’azienda dal padre Lillo Federico, scomparso di recente a 91 anni, che aveva rilevato l’attività fondata nel 1904 dal generale garibaldino Achille Fazzari. Mangiatorella sgorga a 1.200 metri di altitudine nel Parco delle Serre calabresi ed è famosa per essere una delle acque più leggere al mondo con un residuo fisso di soli 68 mg/litro. Michele Foglio, amministratore delegato della Maniva, ha rivoluzionato il posizionamento della sua azienda bresciana puntando sull’alcalinità (pH 8), la più alta tra le acque a distribuzione nazionale. Con il padre Giorgio Foglio come presidente, ha lanciato lo smile-box sostenibile (+88% di crescita) e la Mineral Selz per la miscelazione professionale. La sua Maniva fattura circa 17,5 milioni con 150 milioni di bottiglie prodotte. Paolo Damilano guida un impero diversificato che spazia dal Barolo alle acque minerali. Attraverso Pontevecchio Acque Minerali controlla Valmora e altri sei marchi (Alpi Cozie, Fonte delle Alpi, Martina, Monviso, Mugniva, Sparea) e produce 470 milioni di bottiglie l’anno. Fra l’altro è stato candidato sindaco a Torino alle elezioni Comunali del 2021, battuto al ballottaggio dall’attuale primo cittadino Stefano Lo Russo. Alessandro Frondella è stato l’uomo chiamato a salvare Acque Minerali d’Italia dopo che la famiglia Pessina ne aveva perso il controllo nel 2021. È amministratore delegato dal 2022, con il compito di rilanciare i marchi Norda, Sangemini e Gaudianello dopo che i fondi Magnetar (56%) e Clessidra (24%) hanno rilevato il controllo dell’ex impero familiare.

L’ingresso di grandi patrimoni italiani nel settore sta rivoluzionando il panorama. Leonardo Maria Del Vecchio, 29 anni, figlio del fondatore di Luxottica, ha acquisito nel giugno 2024 il controllo di Acqua Fiuggi attraverso il suo family office Lmdv Capital, rilevando il 71,17% della società. L’obiettivo è triplicare i ricavi dai 13 milioni del 2024 ai 38,5 milioni nel 2028. Ma l’operazione più clamorosa del 2025 ha visto Alberto Bombassei, presidente emerito di Brembo e Massimo Moratti, ex patron dell’Inter, entrare come co-investitori nell’acquisizione del Gruppo Bracca-Pineta. Insieme al fondo Italian Fine Food e a investitori come Vitaliano Borromeo e Banca Ifis, hanno rilevato il controllo del gruppo bergamasco da 55 milioni di fatturato e 470 milioni di bottiglie prodotte. Fabrizio Quagliuolo, fondatore della Sicon e proprietario di Acqua Vera acquisita da Sanpellegrino nel 2021, rappresenta l’integrazione verticale della filiera: dalla produzione di preforme Pet (bottiglie in plastica) per giganti come Coca-Cola e Nestlé all’imbottigliamento diretto. Mala globalizzazione ha portato anche i capitali cinesi: Shenzhen Ganten, uno dei colossi mondiali dell’acqua minerale, ha acquisito il 45% della Tavina di Salò nel 2018, anche se la famiglia Tonoli mantiene il controllo con il 55%.

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