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L'anno terribile della Borsa: -25%

Piazza Affari nel 2011 ha perso un quarto della capitalizzazione, scesa a 333,3 miliardi, pari al 20,7% del pil. Peggio solo nel 2008

Andrea Tempestini
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Un 2011 da dimenticare per la Borsa italiana, che ha perso in dodici mesi oltre il 25% della sua capitalizzazione, registrando ad agosto la performance peggiore e scendendo, a fine anno, a una capitalizzazione complessiva di 333,3 miliardi di euro, in calo rispetto ai 429,9 miliardi con cui aveva chiuso il 2010. Il mercato italiano rappresenta oggi il 20,7% del prodotto interno lordo nazionale (era al 27,6% nel 2010). E' quanto emerge dalla review annuale della Borsa Italiana, che riporta i dati aggiornati a venerdì 23 dicembre.   Peggio solo nel 2008 - Nel dettaglio, a una settimana dalla chiusura dell'anno l'indice Ftse Mib ha registrato un calo del 25,28%, con un massimo annuale di 23.178 punti il 17 febbraio e un minimo di 13.474 punti il 12 settembre. L'All Share ha lasciato sul terreno il 24,48% (massimo annuale di 23.741 punti il 17 febbraio, minimo di 14.320 punti il 22 settembre). Flessione del 23,66% rispetto a fine 2010, invece, per il Ftse Mib storico. Per trovare un anno peggiore sui mercati di quello che sta per concludersi bisogna andare al 2008, agli albori della crisi economica che coincisero con il crac di Lehman Brothers, quando l'Ftse Mib aveva perso addirittura il 49,52% dimezzando la capitalizzazione da 730 miliardi a 372 miliardi di euro; il 2009 aveva visto segnali di ripresa (+19,5%) mentre il 2010 era stato ancora negativo (-13,23%).   Il crac del primo novembre - Agosto 2011, con una flessione dell'indice principale del 15,6%, è stato il mese peggiore del 2011, mentre il dato migliore è quello relativo a gennaio (+9,3%). La seduta peggiore dell'anno è stata quella del primo novembre, con il Ftse Mib in calo del 6,80%, in assoluto il quarto risultato peggiore dal 1998. L'anno si chiude con 328 società quotate sui mercati di Borsa italiana, di cui 304 sul principale, vale a dire quattro in meno rispetto al 2010. Sono tornate a scendere le ipo, solo nove nel 2011 (dieci nel 2010, sette nel 2009), di cui la sola Ferragamo sul mercato telematico azionario; nel novero delle nuove quotate va aggiunta Fiat Industrial, nata a gennaio dalla scissione del gruppo Fiat. Altre tre società sono state giudicate ammissibili alla quotazione, mentre le revocate sono state 14.

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