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Maurizio Belpietro, «Colpa» di Giampaolo se faccio il giornalista. Così lo portai a Libero

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Maurizio Belpietro
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Se faccio il giornalista e dirigo Libero, la colpa è di Giampaolo Pansa: i lettori dunque sono avvisati e sanno con chi prendersela. Ero un ragazzo con nessuna conoscenza del mondo quando cominciai a leggerlo sul Corriere della Sera. Avevo 16 anni e a Brescia, la mia città, era appena scoppiata la bomba di Piazza della Loggia, in cui morirono 8 persone e 102 rimasero ferite. Di politica non capivo niente, di terrorismo neanche. Per comprendere che cosa fosse successo cominciai a leggere qualsiasi cosa mi capitasse sotto mano, il quotidiano di via Solferino in particolare. Fu così che mi innamorai di Pansa, delle sue cronache e della sua prosa da scrittore-narratore. Ricordo ancora il racconto di un'assemblea studentesca, credo alla Statale, e la bravura con cui riuscì a descrivere il clima di quella discussione concitata. Quando per la Sei di Torino uscì un suo libro in cui erano raccolti alcuni dei suoi migliori articoli, Cronache con rabbia, corsi ad acquistarlo. Come feci con gli altri, in particolare con Comprati e venduti, una descrizione del potere sui giornali degli anni Settanta. Fu Pansa, insomma, a farmi innamorare di questo mestiere e quando, divenuto corrispondente di provincia per il quotidiano Bresciaoggi, mi capitò di sfiorarlo (...) Leggi l'editoriale integrale di Maurizio Belpietro

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