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La faccia d'angelo di Marion Le Penfa impazzire la destra francese

La 22enne nipote di Marine trionfa alle elezioni: volto moderato dei nazionalisti, è contraria alla pena di morte
di Lucia Esposito domenica 24 giugno 2012

3' di lettura

La nuova moglie di suo padre è una nera africana, nipote di quel Félix Houphouët-Boigny che fu presidente della Costa d’Avorio. La stampa inglese la descrive come un «volto d’angelo dallo charme disarmante». Lei dice di rifiutare l’etichetta di fascista e spiega anche che non è che deve essere d’accordo per forza con tutto il programma del Fronte Nazionale: «Ad esempio, sono contraria al referendum per ristabilire la pena di morte. Un ergastolo effettivamente applicato senza sconti può bastare come deterrente». Di recente aveva assicurato di non volersi dare alla politica: «Non è la mia carriera». Invece, su preghiera di nonno Jean-Marie si è candidata, e ha fatto il botto.  Eletta al secondo turno nella terza circoscrizione di Vaucluse, Marion Maréchal-Le Pen, nata il 10 dicembre 1989 a Saint-Cloud nel dipartimento Hauts-de-Seine, è divenuta a 22 anni la più giovane deputata della storia della Quinta Repubblica. Anche più precoce di suo nonno Jean-Marie Le Pen, che a 27 anni nel 1956 era stato solo il più giovane deputato nella terza legislatura della Quarta Repubblica. Nel contempo, Marion ha riportato il Fronte Nazionale all’Assemblea Nazionale dopo 25 anni, e per la prima volta con un sistema uninominale a doppio turno. Dal momento che sua zia Marine non ce l’ha invece fatta, sia pure per poche centinaia di voti, a questo punto è lei anche la terza generazione ormai alla ribalta politica della dinastia dei Le Pen. A volerla in politica era stato peraltro per prima proprio Marine, che con i suoi 44 anni abbastanza mal portati stona in modo singolare con l’avvenenza della nipote. Proprio con il suo volto fresco, quella studentessa in un master di diritto pubblico all’Università Paris II rappresentava un eloquente esempio di quella strategia di “dediabolizzare” l’Fn su cui Marine ha impostato la sua leadership, e che è sfociata anche nella decisione di presentarsi a queste elezioni non con l’etichetta tradizionale, ma con quella di Rassemblement bleu Marine.  Mentre Marine è la terzogenita, la madre di Marion Yann è la secondogenita di Jean-Marie Le Pen. Il padre Samuél, figlio di un pastore pentecostale, fu invece il fondatore di quel movimento giovanile del Fronte di cui poi proprio Marine sarebbe diventata la leader. Personaggio controverso, accusato di scazzottate con avversari politici ma anche fautore di aperture all’Islam, accusato di aver fatto carriera proprio in quanto genero del capo, a un certo punto Samuél Maréchal ha rotto sia con la famiglia Le Pen che con il partito: divorziando, risposandosi appunto con un’africana e andando anche in un altro partitino di destra moderata. Ma nel movimento giovanile da lui fondato Marion si è iscritta a 18 anni, per essere poi candidata alle regionali dell’Île-de-France a 21. Ma non era stata eletta, e forse per la delusione aveva detto appunto di non voler puntare il suo futuro su una carriera politica. Ma nel collegio dove si è candidata era incluso quel cimitero di Carpentras teatro nel 1990 di una grave provocazione antisemita di cui era stato accusato il Front, ma i cui colpevoli erano stati individuati in militanti di estrema destra a esso estranei. Non è mancato chi ha parlato di provocazione dei servizi di Mitterrand per bloccare un Jean-Marie Le Pen allora in ascesa, e questa è comunque la convinzione che ha spinto il vecchio leader a chiedere alla nipotina di prestare il suo volto pulito «per lavare onore del Fronte». Il resto l’ha fatto il rifiuto della socialista Catherine Arkilovitch di ritirarsi al secondo turno, malgrado fosse arrivata solo terza. Da notare che Marion ha vinto con una campagna elettorale in stile grillino: pochissima spesa, nessun comizio, e un giro frenetico per piazze e mercato di una zona molto colpita dalla crisi.  di Maurizio Stefanini

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