Dieci paesi arabi nella coalizione anti-Isis
Barack Obama ne vorrebbe con se almeno una quarantina. Ma sarà difficile, anche per lo scarso tempo a disposizione della diplomazia internazionale, mettere assieme una coalizione anti-Isis di cui faccia parte un numero così consistente di alleati. D'altra parte, il presidente americano, che pur ha dato inizio ai bombardamenti anti-califfato già da alcune settimane, ha poi perso tempo prima di dichiarare ufficialmente guerra ad Al Baghdadi e alla sua banda di tagliagole. La decapitazione dei due giornalisti americani è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma Barack si guarda bene dall'intervenire da solo. La sua ricerca di alleati pare quella che George W. Bush fece all'indomani dell'11 settembre 2001, in vista delle invasioni di Afghanistan e Iraq. Mappamondo - E le risposte, fin qui, sono state ondivaghe: la Francia di Hollande si è detta pronta a partecipare ai raid aerei, l'Inghilterra ha detto "nì", l'Italia ha promesso aerei cisterna e addestratori, la Turchia ha negato sia la partecipazione alle azioni di guerra sia la fornitura delle sue strategiche basi a ridosso della Siria. La Germania ha detto no. Se l'Europa, come suo solito, traccheggia, pare invece che già dieci paesi arabi abbiano dato disponibilità a entrare nella coalizione anti-Isis: si tratta di tradizionali alleati degli Stati Uniti nella regione e di Paesi che per la posizione geografica si sentono più direttamente minacciati dall'avanzata del califfato islamico: nella lista ci sono Libano, Giordania, Iraq, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Arabia Saudita, Egitto, Oman e Kuwait.