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Iran, l'omosessualità è una malattia che si può operare col bisturi

michele deroma
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In un Paese estremista come l'Iran, l'omosessualità è vista come un reato: si può essere condannati al patibolo, e spesso dei ragazzi vengono uccisi dai propri genitori perché, per una questione di onore, non è possibile per loro accettare un figlio gay. Ma non è tutto. L'omosessualità in Iran è considerata in tutto e per tutto una "malattia", e in quanto tale è possibile "guarirla". Una circostanza di cui dà conto Il Fatto Quotidiano, che spiega come a Teheran si "curino" i gay, con un'operazione chirurgica: quella con cui si può cambiare sesso. Le cifre sono disarmanti: dai 170 del 2006, ai 370 del 2010, con un chirurgo che alla Bbc ha ammesso di aver compiuto, da solo, più di 200 operazioni nel 2013. Le promesse e le delusioni - Molti giovani vengono spinti a farsi operare dagli psicologi delle strutture pubbliche, quando ancora sono adolescenti, e non sanno cosa significhi essere omosessuali o lesbiche. Per convincerli viene detto loro che verranno concessi i documenti e un prestito finanziario: ma dopo l'intervento, vengono emarginati ed entrano in depressione, non appena comprendono che il loro problema era la società che non accetta la libertà sessuale. Alcuni di loro si suicidano: non è il caso di Maria, ex ragazzo gay operato 15 anni fa, quando era adolescente. Maria però spiega: "Il preside della mia scuola mi disse che avevo una malattia curabile e mi mandò in ospedale: ora però sono una persona infelice e temo di non farcela psicologicamente, a resistere in queste condizioni. Non sono un transessuale e nemmeno una donna, ma non posso più essere uomo". 

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