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Francia, il trucchetto di François Hollande per farsi la pensione da record

Giulio Bucchi
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Fino a due giorni fa, sapevamo che il solo record che François Hollande era riuscito a battere in due anni e mezzo di mandato era quello di impopolarità. Non gli bastava, evidentemente, perché secondo quanto rivelato dal settimanale Marianne, il capo di Stato socialista sarebbe pronto a passare alla storia in ragione di un nuovo record, che certamente non lo aiuterà in termini di gradimento. Una volta abbandonate le sue funzioni, il presidente che si voleva «normal», beneficierà infatti di una pensione che di normale non ha proprio nulla: 35.800 euro sonanti al mese, come mai nessun capo di Stato francese prima di lui. Il presidente che in privato chiama i poveri «sdentati» e totalmente privo di senso del ridicolo mette al bando lo champagne dalle cerimonie ufficiali all'Eliseo perché è «roba da ricchi», spariglia così una concorrenza alquanto accanita fino a pochi giorni fa. Prima di Hollande, il primato apparteneva a un certo Jacques Chirac, che di euro mensili ne prende 31.000. Dietro di lui, Valéry Giscard d'Estaing, a quota 30.000. Nicolas Sarkozy «solo» 18.000, che è comunque la remunerazione di base di cui tutti gli ex inquilini dell'Eliseo giovano: 6.000 per il mandato presidenziale e 12.000 come membri del Consiglio costituzionale (chiunque abbia ricoperto il ruolo di presidente della Repubblica fa parte di diritto e a vita dell'alto organo istituzionale una volta terminate le sue funzioni). Secondo i calcoli del settimanale, la somma che Hollande percepirà è frutto dell'accumulo dei contributi pensionistici maturati nel corso della sua carriera politica ma anche di una furbata tutt'altro che in sintonia con il birignao pauperista e i proclami sulla trasparenza dell'esecutivo che dal 2012 siamo obbligati a sorseggiare a ogni suo comizio. Hollande, infatti, è ancora in aspettativa, dal 1988, della Corte dei Conti, lì dove ha iniziato la sua carriera come alto funzionario. Continua così a far girare il contatore della pensione a pieno regime e a maturare di conseguenza i contributi, approfittando del vuoto giuridico lasciato dalla «legge sulla trasparenza» del 2013, che proibisce a tutti i membri del governo, fatta eccezione per il presidente della Repubblica, guarda un po', di mettersi in aspettativa per altre funzioni pubbliche. Il presidente moralizzatore, e a suo tempo assenteista - la sua presenza alla Corte dei Conti era «episodica», dice Marianne - si avvale fino in fondo dei vantaggi del sistema, e questa sua deroga alla legge, gli permetterà di intascare ben 5.000 euro in più al mese. Ma non è finita qui. Perché colui che ha votato anche la legge contro il cumulo dei mandati, a quanto pare non si fa troppi problemi ad accumulare le pensioni: 6.000 euro per i suoi trascorsi da consigliere, presidente del consiglio generale e sindaco di Tulle e altri 6.800 per il suo percorso da deputato e eurodeputato, che aggiunti ai 5.000 come ex funzionario della Corte dei Conti e ai 18.000 canonici per gli ex presidenti fa quasi 36.000 euro. Ieri, l'Eliseo ha denunciato le cifre di Marianne, giudicandole «false», ma con un tempismo, diciamo così, curioso, ha anche annunciato, subito dopo, che Hollande rinuncerà ai 12.000 euro da futuro ex presidente e membro del Consiglio costituzionale. Chissà. Ma comunque, dove sono ora i giornaloni italiani che nel 2012 recitavano peana in onore di Hollande perché si era decurtato del 30% lo stipendio? Ah, saperlo… di Mauro Zanon

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