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Isis, la nuova strategia di Obama, eliminare i leader del Califfato con mirate operazioni di terra

Leonardo Grilli
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Il 16 maggio un'incursione delle forze speciali Usa ha portato all'uccisione del capo jihadista Abu Sayyaf, “l'Emiro del greggio” responsabile del contrabbando di petrolio con cui l'isis si finanzia, oltre a esercitare un ruolo diretto nella direzione delle operazioni militari. L'attacco è stato ordinato direttamente da Barak Obama, attuando una precisa strategia messa a punto dallo staff della Casa Bianca: gli attacchi aerei non sono più sufficienti, per fermare il Califfato è necessario intervenire con truppe di terra. La nuova strategia – Dopo 282 giorni di raid aerei Obama ha deciso di tagliare direttamente la testa del serpente. Individuare i leader dell'Isis ed eliminarli con precise e mirate operazioni speciali sul territorio, lasciando il Califfato privo delle sue guide principali. E il primo settore da colpire è quello del petrolio, con cui i jihadisti si finanziano. Soprattutto ora che i miliziani stanno per prendere il controllo della super-raffineria irachena di Baiji, con cui potrebbero moltiplicare i profitti grazie vengono pagati gli stipendi mensili a dipendenti, imam e combattenti che vanno da 200 a 800 dollari. La strategia del Pentagono è condivisa anche dagli altri alleati della coalizione. Non è un caso che parallelamente al blitz statunitense Damasco abbia annunciato l'eliminazione di Abu Taym al-Saudi, il “ministro del Petrolio” dell'Isis, mentre si trovava nel campo petrolifero di Omar.

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