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Aeroporti a rischio terrorismo: 12 nel mondo, tre in Europa

Matteo Legnani
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C'è una black-list che comprende almeno 12 aeroporti sparsi nel mondo. E' il frutto del lavoro dei servizi segreti di tutto il mondo. Le compagnie aeree, almeno quelle più importanti, ne sono informate. E sono tenute aggiornate sull'evolversi di questa mappa del pericolo. Di cui i passeggeri sono all'oscuro, salvo quando capita l'irreparabile, come nello scorso novembre a Sharm El Sheikh dove un addetto di terra è riuscito a imbarcare un ordigno sul volo Metrojet che è poi esploso sul Sinai dopo il decollo uccidendo più di 200 persone. Certo, alcuni casi sono quasi ovvii: quando qualche settimana fa una piccola bomba è esplosa su un Airbus della Dallo Airlines appena partito da Mogadiscio, in pochi si sono sorpresi: la Somalia è un Paese in preda al caos e lo scalo di Mogadiscio non fa eccezione. Tanto che la Turkish Airlines, che vi aveva avviato i collegamenti con Istanbul lo scorso anno, era stata indotta a fare marcia indietro pochi mesi dopo. Insomma, un po' come decollare da Tripoli e pretendere di viaggiare sicuri. Ma nella lista non ci sono solo queste "capitali del terrore": c'è Beirut, considerata di questi tempi una città relativamente sicura. Ma sopratutto ci sono ben tre aeroporti europei. Il Corriere della Sera, che riporta le indiscrezioni curca questa black-list degli scali, non specifica quali siano. Uno potrebbe essere Bruxelles, che è appena stato colpito. In Africa sono in tutto sei gli scali pericolosi, metà dei quali si trovano probabilmente in Egitto. Uno quello in Medio oreiente. Due in Asia. Anche qui, non è dato saper quali siano: la loro classificazione deriva da un mix tra entità della minaccia terroristica in quel Paese o in quella specifica città e la scarsità o inefficienza dei controlli in quegli scali. Sta alla saggezza (e alla prudenza) dei viaggiatori evitare le mete presumibilmente più pericolose.

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