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Libia, l'accusa del comandante della Guardia costiera libica: "Le Ong danno un ottimo servizio agli scafisti"

Giovanni Ruggiero
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Arriva dalla Guardia costiera libica l'ultima accusa su alcune Ong e i loro torbidi rapporti con gli scafisti. A parlare è il comandante generale della Guardia costiera di Tripoli, l'ammiraglio Abdullah Tumia, che in un'intervista a Repubblica fa crollare gli ultimi dubbi: "Le Ong non rispettano la nostra legge, le nostre direttive. E soprattutto fino ad ora hanno offerto un servizio eccellente ai trafficanti, un aiuto perfetto: le loro navi non fanno salvataggio, loro fanno trasporto, trasbordo diretto dei migranti. Noi non siamo in grado di intercettare tutte le comunicazioni radio o le trasmissioni satellitari. Quindi sappiamo poco di quello che si dicono. Ma per settimane abbiamo visto i risultati: barconi di migranti che venivano avvicinati al momento giusto dalle navi delle Ong". Che le navi delle Ong siano utili per aiutare il lavoro delle navi militari, da parte delle autorità libiche non sembrano esserci dubbi, anche se i problemi emergono quando i ruoli cambiano: "Il loro lavoro è prezioso, ma deve salvare i migranti, non trasportarli - aggiunge l'ammiraglio - Altrimenti diventano un elemento decisivo nella catena criminale che permette a questo sistema di essere efficiente". I rapporti tra Ong e autorità libiche soprattutto nell'ultimo periodo sono diventati tesi e complicati, di certo non aiutati da episodi controversi, come le accuse di minacce e addirittura spari dalle motovedette libiche alle navi delle organizzazioni non governative: "Nessuno li ha minacciati - ribadisce Tumia - è una grave offesa dire questo. Abbiamo dichiarato la nostra zona Sar, abbiamo detto che la pattugliamo, e chi vuole entrare deve coordinarsi con noi. Chi vuole entrare in Libia deve chiederlo a noi, non ai trafficanti".

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