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Sottomissione totale, Cristo sconfitto: il paese in cui è vietato parlare del Natale

di Alessandra Menzani domenica 10 dicembre 2017

3' di lettura

Negli ultimi tempi, i mercatini di Natale, in Francia, sono diventati qualcosa di desueto, di retrogrado, una tradizione di cui vergognarsi. Per questo, la sindaca socialista di Parigi, Anne Hidalgo, ha deciso, quest' anno, di cancellare i mercatini cristiani sugli Champs Elysées, troppo popolari e troppo poco multiculti, a suo avviso, autorizzando invece il mercatino natalizio «afro-caraibico», che si terrà nel Terzo arrondissement tra il 16 e il 17 dicembre, e quello «africano», che avrà luogo nel weekend prima di Natale. Ma anche nella Francia profonda, dove si pensa che il rispetto delle tradizioni cristiane sia più forte, e la retorica aperturista meno pregnante, si organizzano delle iniziative impensabili fino a poco tempo fa. A Nantes, capitale della Loira Atlantica, e Poitiers, «la città dai cento campanili», quest' anno non c' è più il Marché de Noël, bensì il Marché de Lëon. Vi chiederete giustamente perché diamine è stato cambiato il nome del tradizionale mercatino natalizio, e per quale motivo, soprattutto, sono state invertite le lettere. Ecco la risposta di Thierry Moutin, direttore del centro sociale SEVE - Saint Eloi vivre ensemble di Poitiers e organizzatore dell' evento: «Il cambiamento del nome, con le lettere invertite, è un piccolo richiamo, per restare nella tradizione ma senza essere in contraddizione con le idee degli uni e degli altri. È con lo stesso spirito che a Pasqua organizziamo la "chasse aux j' oeufs" (in francese, pronunciandolo correttamente, all' orale, suona come "caccia ai giochi", e non caccia alle uova, considerate, evidentemente, troppo cristiane, ndr). Ciò permette di far parlare di questo evento e rende le persone più curiose. La volontà non è quella di essere intransigenti con la laicità: l' obiettivo è che ogni religione e cultura possa coabitare». Che tradotto significa: rinunciamo alle nostre tradizioni e al nostro Natale cristiano per far contenti tutti, e soprattutto per non urtare loro, i musulmani. Lo stesso Moutin aggiunge: «Avremmo potuto chiamarla festa di fine anno, ma avrebbe evocato la fine dell' anno scolastico». Meglio capovolgere le parole, dunque, e soprattutto quelle che richiamano la tradizione cristiana. Tutto ciò succede nel 2017 a Poitiers, nella città in cui Carlo Martello, nel 732 d.C, arrestò l' offensiva arabo-islamica dell' emirato di al-Andalus, che voleva sottomettere tutta l' Europa ad Allah. Ma succede anche a Nantes, come evocato in precedenza, feudo della sinistra. In realtà, nel capoluogo di regione dei Paesi della Loira, amministrato attualmente dalla socialista Johanna Rolland, è da ben dieci anni che va avanti questa versione «moderna», diciamo così, del Natale. Creato nel 2008 da tale Farida Abid con l' associazione Des femmes en fil, il «Marché de Lëon» si è dato come obiettivo quello di valorizzare i giovani creatori francesi e di permettere un incontro con il pubblico di Nantes, come si legge nella presentazione dell' evento. Sullo sfondo della centralissima Place Saint-Croix, il mercato multiculti è iniziato sabato scorso e durerà fino al 23 dicembre, ossia in pieno periodo natalizio, ma guai a parlare di «Noël», non sia mai che qualcuno possa sentirsi offeso. A raccontare queste due situazioni, che ben descrivono la secolarizzazione rampante della Francia "figlia primogenita della Chiesa", è stato il quotidiano locale Centre Presse. Nei giornaloni della gauche, che strombazzano indignati quando viene messa in discussione qualche tradizione o festa della cultura islamica, invece, nemmeno una riga. di Mauro Zanon

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