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Marlène Schiappa, la ministra fedelissima di Emmanuel Macron scriveva romanzi porno

Davide Locano
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A Parigi, è la ministra più mediatizzata del momento, la più coccolata dai giornali progressisti e la più amata dalle femministe francesi. Marlène Schiappa, origini corse e ministra per le Pari opportunità tra donne e uomini, è l'asso nella manica del presidente Macron per mostrare all'ala sinistra del suo partito, la République en marche (Lrem), che non è soltanto un «fottuto banchiere liberale», come lo aveva definito Jean-Luc Mélenchon. Questa settimana, per la gioia delle tricoteuse del #metoo, l'Assemblea nazionale ha adottato definitivamente il progetto di legge sulle «violenze sessiste e sessuali», un testo giudicato dall'opposizione «pericoloso», perché introduce una serie di misure coercitive e liberticide, e per molti creerà un «clima di terrore» tra donne e uomini. DENUNCIA IL MAIALE A partire dal prossimo novembre, mese in cui entrerà in vigore la nuova legge, potrebbe bastare un fischio per strada o uno sguardo troppo insistente nei confronti di una ragazza per essere puniti con una multa che va dai 90 ai 750 euro. «Finalmente!», gridano le vestali del #balancetonporc, hashtag con cui in Francia molte donne hanno sbattuto sui social network il nome del «maiale» che le avrebbe molestate, «una follia», secondo la maggior parte dei francesi. Già lo scorso anno, quando l'idea di introdurre un reato per punire chi fa un commento di troppo a una ragazza iniziava a circolare, molte voci autorevoli avevano manifestato la loro contrarietà a questo progetto fumoso. A partire da Elisabeth Lévy, intellettuale e direttrice del magazine Causeur: «Il presidente vuole creare un reato di oltraggio sessista. E perché non sono ancora punibili i pensieri lubrichi e gli sguardi concupiscenti? Bisogna riempire questo vuoto giuridico!», aveva twittato ironicamente la Lévy. Il reato di «oltraggio sessista», ora, è realtà, ma sono in molti a dire che la legge è «pura comunicazione» e sarà «inapplicabile», a meno che non si voglia mettere dietro ogni uomo un gendarme. «Pensare di schierare degli agenti che devono arrestare uomini in flagranza di reato per questo genere di contravvenzioni è pura utopia», ha attaccato sul Figaro Linda Kebbab, funzionaria di polizia e delegata sindacale dell'Unité SGP Police, prima di aggiungere: «”Oltraggio sessista” e “sguardo insistente”: ci vorrebbe un poliziotto in ogni angolo della strada. È totalmente utopico». Eppure la Schiappa ha assicurato che basterà la futura Polizia di sicurezza del quotidiano (Psq) lanciata dal ministro dell'Interno Gérard Collomb per evitare «situazioni degradanti e minacciose» alle donne. «Vogliono cancellare la seduzione dalle strade di Francia», si lamentano sui social network i francesi, «no, questa legge non proibisce affatto la seduzione», obietta lei. L'ALTRA MARLÈNE Ma c'è stato un tempo, non troppo lontano, in cui Marlène Schiappa non era così moralista e cattedratica. Anzi. La titolare del dicastero più severo e bacchettone della Repubblica francese, qualche anno fa, ha infatti scritto sotto pseudonimo, Marie Minelli, una serie di libri erotici dal titolo molto poco istituzionale: “Provate l'amore delle curvy” (2010) “Provate i trombamici» (2012), “Le ragazze perbene non ingoiano” (2014) e “Sesso, menzogne e periferie calde” (2014), tutti usciti per La Musardine. Nel primo esaltava le capacità delle curvy: «la fellatio è la loro specialità». Nel secondo, la futura sacerdotessa del neopuritanesimo francese, invitava le ragazze a non farsi troppi problemi a scopare a più non posso, anche con il proprio migliore amico, e chissenefrega di quello che pensano gli altri. Nel terzo, attaccava gli «pseudo-sessuologi» che inculcano alle ragazze una pletora di regole su come fare e non fare il sesso. «Godere e ridere, ecco il nostro programma allegramente sovversivo», ha scritto Minelli-Schiappa. Nel quarto, il più chiacchierato in Francia, raccontava le avventure hot di una ragazza di Neuilly-sur-Seine, il sobborgo ultra-chic alle porte di Parigi, che per sfuggire alla noia e alle buone maniere del milieu in cui è nata e cresciuta decide di andare nelle «banlieues chaudes». Nelle «periferie calde» del Seine-Saint-Denis, popolate dai ragazzi arabo-africani che ascoltano rap e non parlano francese con l'accento parigino, la protagonista del romanzo della Schiappa si dà alla pazza gioia: alla faccia del padre industriale e conservatore. È stato L'Express, un anno fa, a rivelare chi si nascondeva dietro Marie Minelli. La Schiappa non ha mai voluto commentare. di Mauro Zanon

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