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Sebastian Kurz, la lezione all'Europa sugli immigrati: "Prima li salviamo, poi li espelliamo"

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Gino Coala
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Sebastian Kurz ribadisce la validità del regolamento di Dublino. In una intervista al Messaggero il cancelliere austriaco e presidente di turno dell'Ue sembra non voler più chiedere che siano chiusi tutti i porti dell'Unione ("Sarebbe non solo una violazione del diritto del mare ma anche una inconcepibile vergogna e una catastrofe morale") , e sottolinea "la svolta nella politica migratoria nell'Ue". Leggi anche: Diciotti, il trionfo di Salvini: sbarcano tutti, dove li spedisce "Per fortuna ora muoiono meno persone", afferma, indicando che "l'Austria è fra i Paesi che ha accolto più profughi. Ci battiamo per una soluzione europea che per me vuol dire difesa dei confini esterni, più aiuti sul posto, accoglienza legale attraverso i resettlement di coloro che noi vogliamo accogliere". "Ma chi arriva illegalmente - prosegue - dopo essere stato salvato, deve essere rimandato nel Paese di transito o di provenienza per poter mettere fine al mercato dei trafficanti...Non esistono soluzioni facili o veloci e la presidenza Ue ha possibilità molto limitate ma faremo del nostro meglio. Serve più unità. Vorrei una Ue dove il Nord non se la prende col Sud e l'Ovest non inveisce contro l'Est, e viceversa. Una Ue meno divisa che accetti di essere unita nelle diversità". Quanto al Consiglio del 20 mi aspetto si prosegua con la svolta di giugno". "Noi ci atteniamo agli accordi esistenti di Dublino", ribadisce Kurz, che aggiunge: "Se si verificheranno situazioni di emergenza, i governi sono chiamati ad agire, ma il nostro obbiettivo deve essere un'Europa senza confini interni, con confini esterni che funzionino. Per questo mi batto". E sul tema della migrazione, "Conte è il mio interlocutore diretto".Kurz affronta anche il tema della doppia cittadinanza agli altoatesini. "Parliamo di doppia cittadinanza nello spirito delle regole dell'Unione europea - spiega - I governi del Sud Tirolo, Tirolo e Trentino sono cresciuti assieme con la crescita dell'Europa ed esiste un vivo scambio a vantaggio di tutti. La doppia cittadinanza di per sè non può essere vista male dall'Italia perchè pure lei l'ha adottata in alcune regioni, in Slovenia, ma in ogni caso procederemo concordando i prossimi passi con l'Italia"

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