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Boeing 737 Max, l'ultima ipotesi agghiacciante: ecco com'è precipitato

Davide Locano
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Il Boeing 737 Max 8 finisce sotto accusa per il disastro in Etiopia in cui sono morte 157 persone di 35 nazionalità, tra cui otto italiani. Le indicazioni decisive arriveranno dalla lettura delle informazioni contenute nelle due scatole nere del velivolo, recuperate ieri sul luogo della sciagura, a 60 chilometri da Addis Abeba. I dispositivi registrano sia i dati di volo dell' aeromobile - altitudine, velocità, assetto e sistemi di controllo - sia le comunicazioni dell' equipaggio con la torre e quelle in cabina, fra comandante e primo ufficiale. Intanto, Etiopia, Cina, Indonesia, Isole Cayman, Mongolia e Sudafrica hanno deciso di lasciare precauzionalmente a terra tutti i Boeing 373 Max 8. Provvedimenti temporanei, aspettando i chiarimenti attesi dalla Faa, la Federal Aviation Administration Usa, ente che ha svolto le verifiche sulla sicurezza dell' aeromobile, e dalla stessa Boeing. Leggi anche: Ethiopian Airlines, il dramma di Alberto Angela ALTITUDINE ERRATA I sospetti di un malfunzionamento del velivolo precipitato domenica sono dovuti al fatto che il pilota avesse chiesto di rientrare poco dopo il decollo da Addis Abeba, comunicando alla torre di controllo una «velocità verticale instabile». L' aereo non saliva con un rateo costante, come avrebbe dovuto avvenire. Ulteriori sospetti sono alimentati dall' incidente occorso cinque mesi fa in Indonesia a un aereo dello stesso modello su cui morirono 189 persone. Il 29 ottobre scorso infatti, un aereo Lion Air identico a quello precipitato domenica si è inabissato al largo di Giacarta, in Indonesia. Sempre pochi minuti dopo il decollo. Secondo una prima ricostruzione, sulla base di un dato errato proveniente da un sensore, il software potrebbe aver modificato automaticamente l' assetto dell' aereo: il muso punta da solo verso il basso e la velocità aumenta. La procedura standard per uscire dallo stallo. ALLARMI IN CABINA Mentre in cabina risuonano numerosi allarmi, in quei secondi terribili i piloti potrebbero aver provato a risollevare l' aereo. Ma probabilmente era troppo tardi, vista la prossimità al suolo. Questa, almeno, è una delle ipotesi più accreditate per spiegare l' incidente del Boeing 737 Max 8 della Ethiopian Airlines avvenuto ieri, al pari del disastro in Indonesia. La sequenza che ha condotto alla catastrofe potrebbe essere partita da una lettura errata sui dati di volo da parte del sistema di gestione automatica dello stallo. Se i dati captati dai sensori posti all' esterno della cabina indicano il rischio che l' aereo sta per andare in stallo, il software non agisce sui comandi di volo, a cominciare dal timone che impugnano i piloti, ma interviene direttamente sugli stabilizzatori di coda dell' aereo. Modificandone l' angolo, il software fa in modo che il muso punti subito verso il basso. Resta da capire, naturalmente, se la sequenza che potrebbe aver provocato il disastro sia prevista nei manuali di utilizzo del costruttore, la Boeing, e in quelli della compagnia aerea, la Ethiopian. E soprattutto se l' equipaggio sia stato addestrato ad affrontare una situazione del genere. Per escludere i comandi automatici sul Boeing 737 Max 8 è necessario azionare due levette rosse poste vicino alle manette dei motori. Ma per riprendere quota serve comunque spazio e forse i piloti dell' Ethiopian Airlines non ne avevano più, vista la prossimità al suolo. Naturalmente si tratta di ipotesi. E mentre la Faa americana chiarisce di essere pronta a mettere a terra tutti i 737 Max 8 «qualora si riscontrino problemi di sicurezza», ieri la Boeing ha fatto sapere che, dai dati in proprio possesso, il velivolo era perfettamente funzionante e non sarebbero necessarie «ulteriori comunicazioni agli operatori». Per il colosso dei cieli la giornata è stata terribile. All'apertura di Wall Street, il titolo è letteralmente crollato dai 422,4 dollari della chiusura di venerdì ai 371,4 di ieri mattina. Una perdita superiore al 12% in pochi minuti che non si vedeva dall' 11 settembre. Poi le quotazioni si sono riprese e il titolo ha chiuso a - 5,36%. In assenza di certezze, anche i mercati sono restii a gettare la croce solo sul costruttore. di Adriano Bascapè

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