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Emmanuel Macron, al francesino piacciono un po' maneschi: arrestato un altro collaboratore

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Gino Coala
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Yassine Belattar, consigliere per le "banlieue" di Emmanuel Macron e membro del Consiglio presidenziale delle città, è soltanto l' ultimo di una lunga lista di amici sulfurei con cui il presidente della Repubblica francese ama consultarsi anche su questioni importanti che riguardano le sorti del Paese. Ieri, l' umorista franco-marocchino e icona della sinistra multiculti parigina, è stato posto in stato di fermo con l' accusa di aver minacciato di morte e molestato in ambito lavorativo alcuni giornalisti e animatori televisivi e radiofonici con cui ha avuto a che fare per ragioni professionali. «Tutto è cominciato con una serie di "amabili scambi" sui social network () Niente di grave, ma non essendo abituato a lasciar passare gli attacchi di questo tipo, ho subito reagito () Dopo però la situazione è degenerata», ha testimoniato al settimanale Marianne Bruno Gaccio, ex autore dei Guignols de l' info, trasmissione cult di Canal Plus, che ha sporto denuncia contro Belattar per gli insulti e le minacce ricevuti. Leggi anche: Sandro Gozi, l'italiano che si candida in Francia con Macron: la vergogna del piddino FRATELLI MUSULMANI L' umorista, vicino ai Fratelli musulmani e agli islamisti del Collectif contre l' islamophobie en France, prima ha definito Gaccio un "pointeur", che nel vernacolo parigino significa stupratore, poi, al telefono, ha continuato a intimidirlo con una violenza inaudita: «Vengo a inculare la troia di tua madre a Saint-Etienne!». «Si è messo a urlare e ha promesso di venire a uccidere mia moglie i miei figli», ha aggiunto Gaccio. Un' altra animatrice, Jessie Claire, ha deciso invece di rivolgersi alla giustizia per le molestie subite da Belattar ai tempi in cui era alla ricerca di un lavoro. Il consigliere per le periferie di Macron, dinanzi a lei e ad altre aspiranti animatrici, avrebbe avuto a più riprese dei comportamenti «umilianti e minacciosi»: non proprio il profilo istituzionale che ci si aspetta, insomma. L' affaire Belattar, secondo molti osservatori, potrebbe essere il nuovo "affaire Benalla", dal nome dell' ex uomo della sicurezza di Macron sotto inchiesta per violenze volontarie per aver picchiato due manifestanti il 1° maggio 2018. Ma a prescindere da quali saranno i risvolti dell' ultimo scandalo che imbarazza la République, la presenza di uno come Belattar mostra che attorno all' Eliseo gravitano ancora troppi personaggi torbidi e con qualifiche discutibili. Gérard Collomb, ex ministro dell' Interno, si era dimesso in polemica dal suo ruolo a causa di Benalla e di alcune divergenze con Macron, ma anche perché ne aveva abbastanza di vedere tutta questa «racaille» in posti chiave delle istituzioni. «LA FECCIA» Come M' jid El Guerrab, ex deputato della République en marche (Lrem), che nell' estate del 2017, utilizzando il suo casco come arma, ridusse in fin di vita un suo collega del Partito socialista, Boris Faure (il fatto più sconcertante è che a gennaio di quest' anno è stato eletto membro della commissione d' inchiesta parlamentare sulle violenze attribuite ai gruppuscoli di estrema destra). O come Rayan Nezzar, ex portavoce di Lrem, che prima di essere promosso nella macronia, si divertiva su Twitter a trattare Marine Le Pen come una «puttana» e invitava Jean-François Copé, figura di primo piano dei Républicains, ad andare a «inculare sua madre» (Nathalie Loiseau, ex ministra degli Affari europei e da ieri capolista di Lrem alle elezioni di maggio, voleva addirittura inserirlo tra i trenta candidati della lista). La scorsa settimana, in seguito alle rivelazioni di Mediapart, si è scoperto che anche l' attuale bodyguard di Macron, Christian Guédon, è un grande amico di Benalla. E che ha un talento particolare: è uno specialista dell'"effraction", dello scasso di porte di appartamenti e automobili. A causa dell' affaire Benalla, ha fatto le valigie pure Ismaël Emelien, lo stratega di En marche! ed ex consigliere speciale di Macron. Presto potrebbe seguirlo anche Alexis Kohler, segretario generale dell' Eliseo, attualmente sotto la lente dei giudici. di Mauro Zanon

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