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Sea Watch, Carola Rackete svela: "Avevamo contattato Francia, Malta e Germania ma non ci hanno mai risposto"

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Caterina Spinelli
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"Avevamo contattato il porto di Marsiglia per sapere se potevamo attraccare. La richiesta è stata inoltrata al prefetto, fino al Presidente della Repubblica. Ma nessuno ci ha risposto". La capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete svela l'indifferenza della Francia che, secondo la ricostruzione della 31enne tedesca, avrebbe ignorato le richieste di aiuto da parte della Ong. Nell'intervista esclusiva uscita su Le Nouvel Observateur, Carola spiega che la nave è attraccata nel porto di Lampedusa il 28 giugno scorso, ma avrebbe potuto dirigersi verso l'Esagono, se solo il porto di Marsiglia avesse accettato. Leggi anche: Sea Watch, anche Di Pietro dà ragione a Salvini Non solo, la comandante avrebbe chiesto diverse autorizzazioni di attracco anche a Malta e Germania. Tutte invano. Questo il motivo per cui la Rackete avrebbe forzato l'ingresso nel porto di Lampedusa nonostante il divieto imposto dal governo italiano. Ma Carola non risparmia neppure l'Ue: "Hanno smesso di farsi carico delle nostre missioni, ma non basta: criminalizzano anche le Ong. La loro argomentazione è che noi incoraggiamo il traffico di esseri umani. Ma non è vero! Quando le navi di soccorso non ci sono più, non ci sono meno tentativi di attraversamento. Ci sono solo più morti". Poi aggiunge: "L'Ue non solo non le aiuta, ma sostiene la guardia costiera libica: è una tragedia". Le dichiarazioni di Carola rivelano, ancora una volta, che la Francia predica bene, ma razzola male. Solo il 2 luglio scorso Sibeth Ndiyaye, portavoce del governo francese, aveva attaccato il comportamento del vicepremier Matteo Salvini rispetto alle politiche di accoglienza da lui messe in atto.

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