Terremoto in Albania, parte l'unità mobile di Sanità di Frontiera. Appello ai volontari: "Situazione critica"
Sei morti accertati, centinaia di feriti e si continua a scavare tra le macerie. Sanità di Frontiera e Consulcesi Onlus si sono immediatamente attivate a sostegno del popolo albanese duramente colpito questa notte da violente scosse di terremoto che hanno raggiunto anche una magnitudo di 6.5 punti. Nel giro di poche ore, grazie al supporto del Polo universitario di Tor Vergata, è stato predisposto immediatamente un presidio medico-sanitario per supportare gli operatori locali nelle operazioni di primo soccorso anche grazie all'Unità Mobile di Sanità di Frontiera. In più Consulcesi, che ha una sede a Tirana, ha coinvolto i professionisti del comitato scientifico di Sanità Informazione (il provider per l'aggiornamento professionale del personale sanitario in Albania), direttori di Università ed i primari delle strutture ospedaliere albanesi. Grazie alla rete di Consulcesi è stata lanciato un appello a tutti i medici e i professionisti sanitari italiani affinché l'attività dell'Unità Mobile in Albania possa essere più capillare ed incisiva possibile. Consulcesi si è inoltra messa a disposizione con il suo personale in loco anche per il supporto logistico nelle zone terremotate ed ha messo a disposizione il suo numero verde 800.122.777 sia la gestione del servizio di sostegno al popolo albanese con medici e fondi. «Stiamo in stretto contatto con le istituzioni albanesi - afferma Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi Onlus - e stiamo seguendo da vicino l'evoluzione della situazione: al momento grazie al supporto di Tor Vergata ci siamo già attivati, ma c'è forte necessità di coinvolgere un maggior numero di professionisti e sarà altrettanto importante fornire anche un sostegno di natura psicologico. Le figure chiave in questa fase sono medici di medicina generale, infermieri e appunto psicologi: occorrerà inoltre formare il personale in caso di disastri e calamità naturali e per questo Consulcesi onlus e Sanità di Frontiera lavoreranno anche ad un corso di aggiornamento professionale. Altro aspetto fondamentale sarà anche sostenere economicamente il Paese con una raccolta di fondi e di generi di prima necessità».