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Ong, il giornalista francese svela il patto con gli scafisti: "Distruggono l'Europa per 5.000 euro a migrante"

di Giulio Bucchi domenica 8 luglio 2018

3' di lettura

Le Ong aiutano gli scafisti a guadagnare qualcosa come 5.000 euro per ogni migrante trasportato in Italia. Una "follia di migrazioni incontrollate e illegali" che è "dannosa per l'Africa, e sta distruggendo l'Europa liberale e unita". A scriverlo, una volta tanto, non è un leghista italiano o un sovranista ungherese, ma un giornalista. Per di più francese, concittadino del presidente Emmanuel Macron che ha definito "vomitevole" la politica anti-sbarchi di Matteo Salvini.  Leggi anche: Migranti, complotto contro l'Italia. Un "sinistro scricchiolio", cosa sta succedendo A citare l'editorialista di Le Figaro Renaud Girard è Italia Oggi, sottolineando come l'articolo-denuncia del giornalista spalanchi gli occhi non tanto agli italiani, che queste cose le hanno imparate da anni sulla propria pelle, ma ai francesi e ai tanti progressisti europei che puntano il dito contro Roma senza capire che il vero problema è in Africa, un problema peraltro scatenato dalla folle guerra di Sarkozy contro Gheddafi che ha consegnato la Libia a bande criminali senza scrupoli.  Sono quelle stesse bande, una mafia africana, a gestire ora il traffico di persone nel Mediterraneo. "I trafficanti devono guadagnare, fare soldi. Ogni passaggio costa tra i 3 mila e i 5 mila euro per ogni persona. Denari che finiscono in tasca a mafie che operano non solo in Libia e in Niger, ma anche nei paesi d'origine dei migranti e sulla costa europea. Un giro d'affari illegale, diventato molto più importante del traffico di droga". A conti fatti, il business che ha portato solo in Italia 600mila migranti clandestini ha fruttato 3 miliardi di euro ai loro aguzzini. Ma qui si inseriscono le Ong. Qualcun le ha definite "taxi del mare" e molti, a sinistra, si sono indignati, ma anche tenendo conto della loro buonafede l'effetto è esattamente quello. Gli scafisti, spiega Girard, "raccolgono dei disperati, li mettono su un canotto gonfiabile e li portano a 12 miglia nautiche dalla costa della Libia, al limite delle acque internazionali. E da lì inviano un Sos con il telefono satellitare, dicendo che c'è un naufragio imminente. E poi se ne vanno. Da quel momento sono le navi delle organizzazioni umanitarie Ong, o la Marina italiana o la Guardia costiera italiana che vengono a recuperare i migranti, svolgendo a tutti gli effetti il resto del lavoro". Leggi anche: Ong sparite dal Mediterraneo, perché non conviene più salvare migranti "Sarebbe più logico - prosegue l'editorialista - che questi poveri naufraghi, o quelli che passano per tali, vengano riportati sulle coste dalle quali provengono, a Tripoli o nei porti vicini. Invece no, dicono le Ong, non si può, perché quello è un paese pericoloso. Così il passaggio illegale dei migranti dall'Africa all'Europa è organizzato a scopo di lucro dai trafficanti, ma gratuitamente dalle Ong e dalla Marina italiana. Segno che le mafie sanno bene come sfruttare il sentimentalismo europeo e la carità cristiana". Si apre anche un problema democratico, perché le Ong sono associazioni private che, in accordo più o meno diretto con gli scafisti, scaricano una bomba sociale ed economica sulle finanze pubbliche dei Paesi europei. Risultato: Africa svuotata dei giovani più capaci e danarosi, che avrebbero potuto investire, in un sistema virtuoso, il loro capitale utilizzato per pagare gli scafisti in attività utili alla collettività dei loro Paesi. Ed Europa riempita di manodopera a bassissimo costo che spesso alimenta nuovamente la criminalità e che nel peggiore dei casi accresce la crisi sociale. 

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