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Viktor Orban e il fedelissimo nell'ammucchiata a Bruxelles. "Chi c'è dietro la retata", sospetto sconcertante

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József Szájer, l'eurodeputato del partito di Orban beccato a Bruxelles mentre partecipava a un'orgia gay, in palese violazione delle regole del lockdown, non è stato invitato al festino, ma si sarebbe imbucato insieme a un amico. La rivelazione arriva dall'organizzatore della festa, un 29enne di nome David Manzheley che, in un'intervista al quotidiano belga Hln, ha ammesso di non conoscere Szájer. "Invito sempre un po' di persone alle mie feste, che a loro volta portano con sé degli amici, e ci divertiamo insieme - ha raccontato il giovane -. Parliamo, beviamo, proprio come in un bar. L'unica differenza è che nel frattempo facciamo sesso gli uni con gli altri". Quando è arrivata la polizia i partecipanti erano "tutti nudi". In quel momento l'eurodeputato si sarebbe addirittura calato dalla grondaia per non farsi vedere. 

 

 

 

 

"Gli agenti ci chiedevano i documenti, ma noi eravamo tutti nudi", ha spiegato l'organizzatore del festino. Secondo lui all'origine del blitz delle forze dell'ordine ci sono le "orge rivali", invidiose delle sue feste e "della sua capacità di attirare più uomini ai party". Intanto a scaricare l'eurodeputato Szájer ci ha pensato Viktor Orban. "Quello che ha fatto il nostro parlamentare non ha posto tra i valori della nostra famiglia politica - ha dichiarato il premier ungherese -. Non dimenticheremo né ripudieremo i suoi 30 anni di lavoro, ma le sue azioni sono inaccettabili e indifendibili". Subito dopo l'episodio, Szájer ha lasciato il partito e si è dimesso dal suo incarico di europarlamentare.

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