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Sergej Shoigu, il fedelissimo di Putin che sfiora il pulsante della bomba atomica: lui il pericolo numero 1

 Sergej Shoigu

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Si chiama Sergej Shoigu ed è il fedelissimo di Vladimir Putin, l'uomo delle forze armate russe e, soprattutto, dell'arsenale atomico. Il ministro della Difesa, come riporta il Giornale, è anche presidente della Società Geografica russa ed è il protagonista di due operazioni militari vincenti: la Crimea nel 2014 e la Siria negli anni successivi. Secondo gli analisti Shoigu è l'unica persona che in questo momento riesce ancora a farsi ascoltare dal presidente russo che è sempre più isolato. Ma attenzione, perché se il conflitto in Ucraina dovesse durare a lungo anche la sua posizione si complicherebbe. 

 

 

Al governo dal 1991 Shoigu e Putin hanno cominciato a collaborare ai tempi della seconda guerra cecena nel 1999. L'attuale presidente, allora appena nominato primo ministro, era "il poliziotto cattivo" e prometteva che avrebbe catturato e ucciso i terroristi ceceni "perfino nel cesso". Shoigu era invece considerato il "buono" visto che ai tempi cercò di creare un corridoio umanitario per la popolazione civile, prima che la capitale Grozny fosse rasa al suolo. Fino al 2012 Shoigu rimase ministro delle Emergenze - una sorta di Protezione civile armata - poi passò al ministero della Difesa. 

 

 

Shoigu - che è nato nella regione di Tuva, nel Sud della Siberia al confine con la Mongolia, da un padre di etnia tuvana e da una madre russa, che però viveva a Lugansk, nell'Ucraina. Nelle settimane della crisi ucraina il "buono" ha definito "non umani" i "nazionalisti" al governo a Kiev e ha smentito di fronte al suo collega britannico di aver in corso alcuna preparazione per un attacco. 

A lui si deve la conclusione secondo tempi previsti del programma di adeguamento delle circa 5mila testate nucleari che la Russia può schierare. Ora il suo futuro è appeso alla guerra in Ucraina.

 

 

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