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Bucha, il georgiano Mamulashvili e i soldati russi uccisi a sangue freddo: il video choc

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"Noi non facciamo prigionieri". Mamuka Mamulashvili, ufficiale in capo della Legione nazionale georgiana arrivata in Ucraina per combattere i russi, rivendica la barbara esecuzione di quattro soldati dell'Armata rossa. Tutti sterminati in un agguato, sulla strada tra Dmytrivka e le zone di Irpin e Bucha. Proprio la cittadina a 30 chilometri da Kiev diventata famigerata nel mondo per la strage di civili a opera, non ci sarebbero più dubbi al riguardo, proprio dei soldati russi. L'esecuzione dei soldati rappresenta l'altra faccia di una guerra sempre più simile, per ferocia e mancanza di riconoscimenti reciproci, a un regolamento di conti, a una guerra fratricida. 

 

 

 

Il georgiano Mamulashvili non nasconde le responsabilità di un gesto tanto barbaro, anche perché avvenuto tra "pari-grado" che in base al codice etico che esiste anche in guerra dovrebbero fare prigionieri, non uccidere gratuitamente per il gusto di uccidere, o come una sorta di vendetta personale. Ma tutto questo, in Ucraina, non vale più. Impressionanti le immagini dei cadaveri russi: uno, come sottolinea il Corriere della Sera, ha le mani legate dietro alla schiena. Ucciso, dunque, quando era già inerme.

 

 

Un altro, unico sopravvissuto, si lamenta debolmente e si muove. "Lascialo stare", dice un soldato ucraino a un commilitone. "No, non voglio lasciarlo stare", gli risponde, l'altro, e spara ripetutamente contro il nemico. Un telefonino riprende la scena, e gli ucraini festeggiano di fronte alla mattanza. "Slava Ukraine", gloria all’Ucraina, gridano. Secondo la Bbc, l’eccidio sarebbe avvenuto durante il ritiro dei militari russi dalle aree a nord di Kiev. Addosso ai militari russi sarebbero state trovate tracce del bottino di guerra, gli oggetti rubati ai civili ucraini. Anche questo, forse, ha portato gli ucraini hard accanirsi contro i nemici "saccheggiatori". 
 

 

 

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