La posizione del Vaticano

Papa Francesco su Darya Dugina: "Pagano gli innocenti", un caso internazionale

Si solleva un caso per le parole commosse di Papa Francesco riguardo alla morte di Darya Dugina, la figlia dell'ideologo putiniano Aleksandr Dugin uccisa da un'autobomba in un attentato nella notte tra sabato e domenica scorse a Mosca.

Al temine dell'udienza generale, Bergoglio rivolge nuovamente il proprio pensiero all'Ucraina, chiedendo "che si intraprendano passi concreti per mettere fine alla guerra e scongiurare il rischio di un disastro nucleare a Zaporizhzhia". Il Pontefice lancia un appello per "i prigionieri, soprattutto quelli che si trovano in condizioni fragili". "Chiedo alle autorità responsabili di adoperarsi per la loro liberazione", queste le parole di Francesco, che invita a non rassegnarsi "a tanta crudeltà, a tanti innocenti che stanno pagando la pazzia, la pazzia, la pazzia di tutte le parti, perché la guerra è una pazzia - afferma Bergoglio -, e nessuno in guerra può dire 'io no, non sono pazzo'. La pazzia della guerra". Il Papa parla anche della morte di Darya Dugina in un attentato. "Penso alla povera ragazza volata in aria per una bomba sotto il sedile della macchina a Mosca - continua il Pontefice -, gli innocenti pagano la guerra, gli innocenti. Pensiamo a questa realtà e diciamoci l'un l'altro la guerra è una pazzia. E coloro che guadagnano con la guerra, con il commercio delle armi, sono dei delinquenti che ammazzano l'umanità".

"Il discorso di oggi del Papa - il commento a caldo di Andrii Yurash, ambasciatore ucraino presso la Santa Sede - è stato deludente e mi ha fatto pensare a molte cose: non si può mettere nella stessa categoria aggressore e vittima, stupratore e stuprato. Come è possibile chiamare innocente uno degli ideologi dell'imperialismo russo? Lei (Darya Dugina, ndr) è stata uccisa dai russi" che ora ne fanno una "vittima sacra" da usare come "scudo".

Per Kiev, aggiunge l'ambasciatore ucraino a Roma Yaroslav Melnyk, la Dugina "non significava nulla. Credetemi, per la stragrande maggioranza degli ucraini, il suo nome è diventato noto solo dopo la sua morte. Questa persona non ha significato nulla per l'Ucraina, ma le accuse contro l'Ucraina sono abbastanza attese". "In linea di principio - conclude riguardo alla pista della presunta killer, una ragazza ucraina vicina al Battaglione Azov già identificata e scappata all'estero -, non c'è nulla di nuovo per noi in questa situazione: un flusso infinito di bugie, accuse fabbricate e falsificazioni. In due giorni in Russia è stato rivelato l'omicidio di Dugina e, ad esempio, per 16 anni non sono stati in grado di trovare gli assassini di Anna Politkovskaya", la giornalista russa oppositrice del Cremlino uccisa nel 2006.