Il conto alla rovescia all’inizio del Conclave ormai si avvicina sempre più all’ora zero e in Vaticano sono riprese le Congregazioni dei cardinali, che continuano oggi alle 9. Poi ci sarà uno stop domenicale, prima di nuovi incontri previsti per lunedì e martedì, mentre sul tetto della Cappella Sistina, i vigili del fuoco hanno già montato il comignolo da cui uscirà la fumata delle votazioni del Conclave, non si fermano neppure veleni, notizie false, e non si disinnesca ancora la “bomba” del caso Becciu.
Così, proprio alla vigilia del voto cruciale per eleggere il nuovo pontefice, il Vaticano si vede costretto a pagare un’ingente multa. L’Alta Corte di Giustizia inglese ha infatti condannato la Segreteria di Stato della Santa Sede a pagare al finanziere italo-britannico Raffaele Mincione circa 3,5 milioni di sterline (4,1 milioni di euro), oltre interessi, a titolo di parziale rimborso spese sostenute dallo stesso e dal suo fondo di investimento regolamentato Wrm, ingiustamente accusati di disonestà, frode e cospirazione avanzate da alti funzionari della Santa Sede. Con un’ordinanza, dopo anni di contenzioso, il giudice ha disposto un pagamento immediato di 1,5 milioni di sterline (circa 1,75 milioni di euro) da parte della Santa Sede, da versare entro questo mese, con ulteriori somme da corrispondere in seguito. Il processo cui è stato sottoposto Mincione in Vaticano ha riguardato l’acquisto da parte della Segreteria di Stato di un immobile a Sloane Avenue, nel centro di Londra, per 275 milioni di sterline.
Mincione è stato giudicato per presunta frode ai danni della Segreteria di Stato della Santa Sede: assolto da varie accuse di frode riguardanti anche l'uscita della Segreteria di Stato dall’investimento nel 2018, è stato però condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione per appropriazione indebita per aver violato una norma di diritto canonico sulla gestione dei beni ecclesiastici in relazione all’investimento da parte di Credit Suisse e Banca della Svizzera Italiana nel fondo di investimento regolamentato Wrm, in qualità di gestori patrimoniali della Segreteria di Stato. Mincione ha presentato appello contro tale condanna.
«Sono orgoglioso che questi fatti siano stati finalmente esaminati da un sistema giudiziario veramente indipendente, che mi ha scagionato da accuse di disonestà, frode e cospirazione», ha dichiarato Mincione, il quale poi ringrazia «il giudice inglese per averci riconosciuto le spese legali, a dimostrazione di chi sono i veri vincitori e i perdenti di questo triste caso».
Per una curiosa coincidenza, proprio nel giorno in cui si apprende della decisione di Londra i media vaticani hanno pubblicato una registrazione inedita del 2021 di un’intervista a papa Francesco che sarà trasmessa dal canale televisivo Esne “El Sembrador, Nueva Evangelizacion” e che doveva essere inclusa in un documentario.
«È questa la Chiesa che trionfa, non la Chiesa con i soldi nelle banche. È questa che trionfa, la Chiesa dei martiri, della testimonianza. Perché martirio vuol dire testimonianza». Il Pontefice, dunque, esprime il desiderio che la Chiesa in umiltà si metta al servizio di chi ha bisogno, in mezzo al mondo. L’ombra degli scandali non si dissipa al vento, sopra il Cupolone, come farà il fumo che uscirà dal comignolo collegato a due stufe, una di ghisa e una più moderna, poste nella Cappella Sistina. La prima è del ’39 e servirà a bruciare le schede degli scrutini; la seconda è del 2005 e sarà utilizzata invece per bruciare i fumogeni che daranno il colore nero in caso di non elezione e quello bianco al momento della scelta del nuovo papa.
Ombre di scandali, di processi, di “casi” e di accuse, così come le notizie false che circolano e confondono le acque, minacciando di avvelenare, almeno in parte, il clima pre-Conclave. E che hanno nel mirino personalità in vista. Ora è la volta del cardinale Pietro Parolin, già segretario di Stato e uno dei papabili più in vista. Sono informazioni false quelle circolate infatti ultimamente circa alcuni problemi di salute del cardinale, durante le Congregazioni generali pre-Conclave. «No, non si è verificato. Non è vero», ha replicato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, nel quotidiano briefing in risposta alla domanda precisa di un giornalista. Il cardinale, che Francesco ha voluto al suo fianco, viene considerato un «uomo di equilibrio», non conservatore e certo non tradizionalista.
Le sue origini sono a Schiavon, un paese in quel Veneto vicentino che nella prima Repubblica tributava il 60% dei voti alla DC moderata, allievo del cardinale Achille Silvestrini, fine diplomatico, esponente di spicco della “sinistra” ecclesiastica e sempre “corteggiato” da quella politica. Però ora Parolin viene dipinto anche come il candidato favorito della destra ecclesiale e finisce anche sotto gli attacchi del fronte dei bergogliani “duri e puri”.