
Franz, il filosofo scrive il suo capolavoro nel cassonetto dell'immondizia

La follia come saggezza, la saggezza come follia. Il mondo rovesciato, la logica nella irrazionalità, la luce nel buio. Rovesciare le categorie, vivere provocando, esplorare l'animo umano come il vero, ultimo continente misterioso che con le sue vette e i suoi abissi si spalanca dinanzi ai nostri occhi impreparati. Oggi come tremila anni fa. E un uomo dei nostri tempi, filosofo, scrittore ed editore, decide di giocare fino in fondo la partita della conoscenza vera, reale. Anzi, decide di penetrare fino in fondo la realtà, usando il metodo della apparente follia. Per descrivere questo metodo bisogna viverlo, ed ecco che Emanuele Franz, prima di sedersi alla scrivania o davanti ad un computer, vive un periodo della sua esistenza dentro un bidone della spazzatura, vestito con un sacco di iuta e senza alcun quattrino. Ne nasce un libro particolare, saggio e ricerca lungo i secoli e le culture seguendo il filo rosso della follia, e insieme racconto di esperienza vissuta e anche subita.
Lo spiega bene quando afferma: «Non si può fare filosofia da dietro una scrivania, occorre scrivere solo ciò che si prova sulla pelle: ecco perché oggi non ci sono più filosofi, ma solo cantastorie». Cercare l'autenticità e scoprire l'umanità. È stato deriso, persino minacciato, ma anche avvicinato con curiosità e simpatia, con un senso di solidarietà. Il meglio e il peggio dell'umanità gli si è rivelato dinanzi e ha reso concreto tutto quello che aveva studiato e letto.Il libro si intitola Pazzi di Dio. La santa follia da Diogene di Sinope agli stolti di Cristo, dai Veda ad Albert Einstein, pubblicato da Audax (241 pagine, 17 euro). Il modello è Diogene, appunto, che viveva in una botte e andave per le vie e le città con un lanternino "cercando l'uomo".
Da quella botte e dalla prospettiva che si apre fuori dalla botte come Diogene così Franz ha cercato la risposta alla domanda delle domande: chi è l'uomo. E mentre si procurava scherno, risate, persino minacce e disprezzo, ma anche curiosità, solidarietà, compassione, vicinanza, ripercorreva il lungo cammino dei "santi folli" che hanno plasmato la storia della Chiesa d'Oriente e in quella d'Occidente, della cristianità intera. Non solo, quindi, gli eremiti, i monaci erranti, gli uomini di Dio nelle celle nascoste nei monasteri dell'immensa steppa russa... Quanto sarà stato considerato folle Francesco d'Assisi mentre si spogliava di ogni indumento davanti all'intera città e alle gerarchie ecclesiastiche? E di quanti altri santi si è detta la stessa cosa, dinanzi alla loro caparbietà nel'insistere in scelte considerate impossibili.
COME DIOGENE
Quasi sempre, nelle biografie straordinarie di santi e beati, arriva un momento in cui il protagonista a furor di popolo viene dichiarato pazzo, incapace di vivere come gli altri, secondo la ragione comune ... Senza andare lontano è stato considerato pazzo, incosciente san Giovanni Bosco quando ha iniziato a radunare giovani sbandati nella Torino ottocentesca e senza un soldo si affidava completamente alla Divina Provvidenza per perseguire la visione di un progetto educativo senza precedenti. Come ricorda l'autore, tutto nasce, del resto, dalle parole di Gesù steso ai discepoli: voi siete nel mondo ma non siete del mondo.L'autentico cristiano vive nel mondo, agisce, cerca di fare del suo meglio anche per cambiare le cose, ma sa perfettamente che non è questo mondo il suo orizzonte ultimo, che la sua vita è proiettata verso un mondo "altro", la vera vita che ci attende dopo aver attraversato la "valle di lacrime" terrena. E quindi non è per nulla necessario assumere le logiche del mondo, anzi bisogna fuggirle, e quando è possibile tentare di sovvertirle.
La follia è il metodo più evidente e clamoroso proprio per rovesciare le logiche mondane. Nella sua opera Fedro Platone spiega con chiarezza cha la sapienza è dei folli: infatti diceva di essere un filosofo, cioè alla lettera "un amico della sapienza". Dal suo punto di vista la saggezza/follia era dei poeti, degl'invasati, che inseguono la loro "mania". Da Diogene, da Platone al Vangelo agli eremiti egizi e i folli di Dio russi, ai nostri giorni. Quando il filosofo Emanuele Franz (soprannominato, per la sua impresa, il Diogene moderno) ha guardato il mondo dalla soglia del suo bidone è stato preso per pazzo. Ma quella esperienza, come lui stesso racconta, gli ha permesso di capire la profondità che si può raggiungere da quella soglia disprezzata e derisa.
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