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Russi sbaragliati da un'arma del 1986: carneficina a Bakhmut, dettagli choc

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L’esercito ucraino "continua ad avanzare sui fianchi" vicino a Bakhmut, mentre le forze della Russia stanno cercando di riconquistare il territorio perduto. È quanto afferma il vice ministro della Difesa di Kiev, Hanna Molyar. "È molto difficile eseguire missioni di combattimento lì, perché il nemico ha concentrato un’enorme quantità dei suoi sforzi", ha osservato. "Le battaglie si svolgono nella maggior parte nella zona sud-occidentale di Bakhmut. Al momento è sotto il nostro controllo e il nemico non riesce a realizzare i suoi piani".

 

 

Notizia peraltro confermata dal capo del gruppo Wagner Prighozin. "Il nemico continua a inviare rinforzi. L’atteggiamento dei soldati regolari è inaccettabile. Si sono ritirati a nord di Bakhmut, esponendo i nostri fianchi all’avanzata nemica. Faccio appello ai vertici della Difesa pubblicamente, perché le mie lettere non vengono lette", ha tuonato in un video.

 

 

E pare che a garantire la riscossa ucraina a Bakhmut sia il 2S7 Pion, un obice semovente di fabbricazione sovietica con un cannone da 203 mm progettato per colpire bersagli fino a 50 km, rimanendo al sicuro dal fuoco di rappresaglia. un'arma del 1986, un pezzo da museo, praticamente, come riporta il Giornale, che è stato riesumato dal generale Zaluzhnyi. "Con il Pion in azione, la terza brigata d’assalto è avanzata da ovest per 2 km nel cuore di Bakhmut, 50 soldati nemici sono stati uccisi e 4 fatti prigionieri". E così gli invasori sono "costretti a muoversi sotto il fuoco dell’artiglieria, dei mortai e degli elicotteri ucraini che non smettono di sparare". 

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