La controffensiva ucraina è già iniziata ma nessuno se n’è veramente accorto, perché è come la Terza Guerra Mondiale di Papa Bergoglio, sta avvenendo a pezzetti. Nessuna Vittorio Veneto si profila sul fronte orientale, ma tante azioni lungo un confine di 1500 km, quello tra Ucraina e Russia, come ha brevemente sintetizzato, senza dare altri particolari, il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podoliak. Azioni che hanno lo scopo di fiaccare la resistenza nemica, di metterla nella condizione di dover abbandonare le posizioni e indietreggiare. L’armata rossa non verrà distrutta, verrà abbattuta fisicamente e moralmente in uno stillicidio di scontri, minacce, e incursioni oltre confine. Kiev continua a negare di essere coinvolta negli attacchi a Belgorod, anche se sugli stessi sta indagando anche l’America che tassativamente non vuole vengano utilizzate le sue armi per azioni in territorio russo, ma della controffensiva fanno parte anche queste incursioni, rivendicate da un gruppo di resistenza chiamato Corpo dei volontari russi (RDK). «Rappresentano uno shock per Putin, la prova che non è nemmeno in grado di difende re il suo territorio, sarà la sua fine» ha aggiunto tassativamente Podoliak.
GUERRA DI NERVI - Mosca sostiene che si tratta di nazionalisti ucraini e riferisce di averne già uccisi una settantina, ma Denis Kapustin, comandante della Legione anti-Putin, ha fatto sapere che presto ci saranno nuove azioni eclatanti. La guerra di nervi è parte integrante della controffensiva e in questa prospettiva vanno lette anche le dichiarazioni di Andrii Yusov, un rappresentante della direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino, secondo cui uno degli obiettivi primari è quello di prendere Putin vivo e di consegnarlo alla giustizia dell’Aia. «Possiamo fare sforzi straordinari per eliminare fisicamente una persona come Putin, possiamo parlarne a lungo, ma la necessità di detenere lui e i suoi complici come criminali di guerra e di portarlo davanti a un tribunale internazionale è, ovviamente, una questione di giusta punizione che sarà attuata e sarà attuata.
L’Aia è inevitabile per Putin. E in questa situazione, è ancora meglio che sia vivo in questo tribunale», ha detto. Yusov in qualche modo corregge le precedenti dichiarazioni rilasciate al quotidiano tedesco Die Welt dal vice capo dell’intelligence Vadim Skibitsky secondo cui Putin è in cima alla lista dei russi da uccidere. In questa lista c’è anche il capo della Wagner Evgenij Prigozhin per il quale tuttavia non c’è Aia che tenga. «Stiamo cercando di uccidere anche lui» ha aggiunto Skibitsky senza che poi nessuno sprecasse fiato per correggerlo.