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Vladimir Putin? Toh, per quali quotidiani è tornato buono

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Vladimir Putin

Leporello
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La crisi in Medio Oriente è proprio cattiva e torna buono il più che cattivo Vladimir Putin. Gaza è in fiamme, Sderot è evacuata, problemi complessi non hanno soluzioni semplici ed è una fortuna che il presidente russo non sia stato nel frattempo eliminato, tanto meno ridicolizzato dalle sconfitte militari, nemmeno ridotto alla fame dalle sanzioni e nemmanco sia malato allo stadio terminale per come da sempre ci è stato raccontato.

Vladimir Putin torna appunto buono anche per le care fattucchiere, ovvero i giornali di John Elkann, quello di Carlo De Benedetti e la tivù di Urbano Cairo che, con inusuale circospezione, hanno già ingranato l’indietro tutta. Dimenticata l’Ucraina – perché, ohibò, dimenticata da tutti è – non c’è Onu che tenga, né pasticci Usa di Joe Biden, tampoco qualunque sproloquio vanesio di Josep Borrell o le diafane impuntature di madame Ursula Von der Leyen; nulla insomma c’è che possa sbrogliare una matassa di risentimenti e odio qual è quella del conflitto Israelo-palestinese e l’unica possibilità rimasta è quella di rivolgersi al cattivo, meglio – al più cattivo – che già prova ha dato nella guerra al terrorismo islamista: vendicando i tanti martiri, come i 334 bambini e maestri uccisi nella strage a Beslan, in una scuola, nel settembre 2004.

E poi liberando la Siria da Al Qaeda – restituendo così la bellezza di Palmira all’umanità – cercando e trovando “gli assassini jihadisti nascosti nei loro cessi”. La citazione è testuale e, insomma, s’è capito: a cattivo, un cattivo e mezzo. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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