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Pasdaran, Hezbollah, Assad, Huti e Isis: l'asse del male, che cosa può accadere

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Mirko Molteni
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Dopo nuovi missili di Hezbollah sulla Galilea, gli israeliani hanno bombardato postazioni degli sciiti in Libano. Ma la strategia di Hezbollah, con attacchi a singhiozzo, pare finora poco chiara. Forse per farla quadrare, si trova in Libano il comandante della Forza Quds delle Guardie rivoluzionarie iraniane, Esmail Qaani. Il capo dei “pasdaran” ha incontrato il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, e i gruppi palestinesi nel paese.

Obbiettivo, «coordinare azioni comuni sul confine di Israele», dove Hezbollah rivendica la «distruzione di 15 carri armati Merkava» dal 7 al 30 ottobre. Non a caso, Nasrallah preannuncia per il 3 novembre un «importante discorso» che potrebbe sancire la massiccia discesa in campo delle sue milizie. Sempre in Libano si trova Saleh al-Arouri, responsabile di Hamas per Giudea e Samaria, di cui le truppe ebraiche hanno demolito la casa in Cisgiordania.

 

Area dove, a dispetto del presidente Abu Mazen, Hamas è più ramificata del previsto, tanto che nelle ultime ore gli israeliani vi hanno arrestato ancora 8 suoi esponenti, sequestrando depositi di armi. Nel progetto d'accerchiamento ordito da Teheran non mancano gli sciiti Huthi dello Yemen che ieri hanno lanciato missili e droni, forniti loro dall'Iran, verso la città israeliana di Eilat. Gli ordigni sono stati abbattuti da caccia F-15 e missili antimissile Arrow. 

 

 

 

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