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Vicherat, il rosso femminista? A casa sua diventa un bruto

Mauro Zanon
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«Vicherat, dégage!», Vicherat vattene. Decine di studenti si sono ritrovati ieri al 27 di rue Saint-Guillaume, davanti all’entrata della sede storica di Sciences Po Paris, ossia della scuola-fornace delle élite francesi, tempio del pensiero socialista, dove si sono formati ministri e presidenti della Quinta Repubblica. Hanno eretto barricate con i bidoni della spazzatura e le barriere dei cantieri, bloccando l’accesso all’istituto di studi politici. Il motivo della protesta? Mathias Vicherat, ossia il superdirettore di Sciences Po, che ha passato la notte tra domenica e lunedì in custodia cautelare, accusato di violenze coniugali dalla compagna. «Violenze sessiste, risposte femministe», hanno gridato gli studenti, che chiedono le dimissioni immediate di Vicherat. Fin dalle prime ore della mattina, hanno incollato striscioni di contestazione sui muri della scuola parigina. 

Uno di questi recitava: «Un agresseur à la tête de Sciences Po». «Siamo sconvolti e arrabbiati. Dopo tali accuse, non può dirigere Sciences Po», ha dichiarato uno studente al Figaro. Ex allievo dell’istituto di rue Saint-Guillaume, Vicherat ha lavorato con Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale, quando quest’ultimo era ministro dell’Istruzione di Lionel Jospin, ed è stato un militante dell’Unef, ossia di uno dei più importanti sindacati studenteschi di sinistra. Ma non è tutto: Vicherat è stato anche compagno di corso di Emmanuel Macron all’Ena, la scuola nazionale di amministrazione, ha lavorato alla Direzione generale della polizia nazionale in epoca sarkozysta, prima di lavorare con i sindaci socialisti, Bertrand Delanoëe inseguitoAnneHidalgo, alComune di Parigi. Insomma, è sempre stato ai piani alti del potere francese.

E nel 2021, per il suo curriculum impeccabile, era stato chiamato a ripulire la reputazione di Sciences Po, tormentata da anni di scandali: dalla morte in circostanze sospette dell’ex direttore di Sciences Po Richard Descoings in una camera d’albergo dell’Hotel Michelangelo a New York, fino all’affaire Duhamel, dal nome del politologo ed ex presidente della Fondation Nationale des Sciences Politiques (Fnsp) che finanzia l’istituzione, Oliver Duhamel, accusato di pedofilia e incesto da Camille Kouchner, figlia dell’ex ministro degli Esteri Bernard Kouchner, nel libro La Familia grande. «La lotta contro le violenze sessiste e sessuali è una priorità assoluta», aveva dichiarato Vicherat durante il suo discorso di insediamento, per smarcarsi dal suo predecessore, Frédéric Mion, travolto dallo scandalo Duhamel con l’accusa di aver coperto il presidente della Fnsp di allora. La notizia della custodia cautelare per violenze domestiche èuncolpo che potrebbe rivelarsi fatale per la continuazione del suo mandato. «Siamo ovviamente in attesa di ulteriori informazioni ma non possiamo chiudere gli occhi su questo problema.

 

 

 

E ancor meno nel contesto di Sciences Po, che ha visto il caso Duhamel e, più recentemente, i blocchi all’ingresso di studenti che denunciano l’atteggiamento lassista dell’istituzione nei confronti della violenza sessuale e del sessismo», ha dichiarato Inês Fontenelle, vicepresidente del consiglio d’istituto e membro del consiglio d’amministrazione della Fnsp, prima di aggiungere: «Siamo tenuti all’esemplarità. Riteniamo che Mathias Vicherat non possa rappresentare l’istituzione e, se questi fatti saranno provati, chiederemo le sue dimissioni». Assieme al direttore di Sciences Po Paris, è stata fermata anche la compagna, e poi rilasciata dopo una notte di custodia cautelare: le accuse di violenze coniugali sono infatti reciproche. Al termine del fermo,comeriportato dalla stampa parigina, la compagna ha preferito tuttavia non presentare denuncia. Secondo quanto comunicato da Laurence Bertrand Dorléac, attuale presidente dellaFnsp, in un messaggio inviato ai membri del consiglio di amministrazione, Vicherat «si esprimerà a breve per chiarire la situazione». Stando a quanto rivelato dal Parisien, la compagna lo accusa di averla spinta violentemente, alcune settimane fa, facendola cadere per terra e rompendole il polso. Spetta ora all’inchiesta aperta dalla procura di Parigi fare chiarezza sui fatti.

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