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Hezbollah, ucciso il capo delle forze aeree: sale la tensione con Israele

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Clima incandescente tra Israele e Libano. Dopo l'uccisione di Wissam al Tawil, vice comandante di Radwan, e di tre membri di Hezbollah, un'altra morte rischia di aumentare la tensione. Si tratta di quella di Ali Hussein Barji, comandante delle forze aeree di Hezbollah nel sud del Libano. L'uomo è stato ucciso in un sospetto raid aereo israeliano.

A riferirlo il Times of Israel secondo cui Barji era stato responsabile di decine di attacchi con droni sul nord di Israele negli ultimi mesi, incluso quello contro la base del Comando Nord dell'esercito a Safed. Barji è il 158esimo membro del movimento sciita ucciso dall'8 ottobre, quando gli scontri tra il "partito di Dio" e lo Stato ebraico si sono notevolmente intensificati. L'attacco sarebbe avvenuto con un drone che ha colpito un'auto vicino al luogo del funerale di al Tawil.

Nel frattempo Israele rincara la dose contro l'Onu. L'ambasciatore Gilad Erdan la definisce "un'organizzazione che resta in silenzio quando i bambini vengono rapiti e le donne brutalmente stuprate". Anzi, "diventa complice dei terroristi e se diventa complice dei terroristi non ha ragione di esistere". Durante il suo intervento all'Assemblea generale. Erdan si è presentato mostrando la foto del piccolo Kfir Bibas, il più giovane degli ostaggi israeliani che Hamas sostiene sia morto nei raid condotti sulla Striscia di Gaza. L'ambasciatore israeliano ha dunque puntato il dito contro l'Onu. L'accusa? Focalizzarsi solo sulla crisi umanitaria di Gaza e non sugli ostaggi che, ha spiegato, "sono fratelli e sorelle, padri e madri, nonni e nonne e amici".

 

 

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