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Taiwan, aerei da guerra, navi e un pallone aerostatico cinese: cosa sta succedendo

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Dopo l'elezione del nuovo presidente il ministero della Difesa di Taiwan ha rilevato quindici aerei, tre navi e un pallone aerostatico cinese nei pressi dell’isola nelle ultime 24 ore. Secondo quanto riferito dal governo di Taipei su Twitter, infatti, un aereo da guerra antisommergibile Y-8 e un drone hanno oltrepassato il perimetro sud-occidentale della Zona d’identificazione della difesa aerea (Adiz) taiwanese.

Nessun aereo, invece, ha oltrepassato la linea mediana dello Stretto, che segna il confine non ufficiale tra Taiwan e la Cina. L’aerostato è stato rilevato a 233 chilometri a nord-ovest della contea meridionale di Pingtung, a un’altitudine di 6.400 metri. Dall’inizio dell’anno, la Cina ha inviato nei pressi dell’isola 129 aerei e 68 navi da guerra.  

Pechino insomma vuole tenere la situazione sotto controllo e ha anche convocato l’ambasciatore delle Filippine in seguito ai commenti del presidente Ferdinand Marcos Jr Marcos che si è congratulato con il nuovo leader di Taiwan, William Lai. "La parte cinese è fortemente insoddisfatta e si oppone risolutamente a questo", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning, "questa mattina, il viceministro Nong Rong ha convocato l’ambasciatore delle Filippine in Cina per fare solenni rimostranze e sollecitare la parte filippina a dare alla parte cinese una spiegazione responsabile". Mao Ning ha pure consigliato al presidente Marcos di leggere più libri per avere una comprensione accurata della questione di Taiwan. 

Ma la Cina è furibonda anche con gli Stati Uniti dopo che uno degli ultimi alleati diplomatici di Taiwan, l’isola di Nauru, ha rotto i rapporti con Taipei a favore di Pechino. Mao Ning ha infatti bollato come "grave interferenza" negli affari interni i commenti arrivati da un diplomatico americano sul caso, considerati un modo per "infangare" il lavoro della diplomazia cinese. A scatenare le ire della Cina sono state le parole di Laura Rosenberger, a capo dell’American Institute in Taiwan, che ha definito "infelice" e "sconfortante" la decisione dell’isola di Nauru.

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