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Putin, la sfida ucraina: non si arrenderanno mai all'invasore russo

Roberto Formigoni
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L’esplodere della guerra tra Israele e Hamas e i rischi continui di allargamento del conflitto, hanno posto in secondo piano l’attenzione delle opinioni pubbliche sulla guerra tra Russia e Ucraina. Ne è nata anche la convinzione, diffusa soprattutto in Europa, che gli ucraini dopo due anni di guerra siano ormai usurati, demotivati e disposti in massa al compromesso con Mosca. Ma non c’è nulla di più falso, e io dico “per fortuna” perché se l’Ucraina cedesse alla Russia, Putin ne maturerebbe la convinzione, di lì a poco, di poter scatenare e vincere una nuova guerra di aggressione contro i paesi baltici, europei al 100%, membri dell’Unione Europea e della Nato. E le conseguenze sarebbero devastanti, il rischio di una guerra nucleare sarebbe più vicino.


Ma, come scrivevo sopra, gli ucraini non hanno alcuna intenzione di mollare: ne fanno fede tutti i sondaggi, ultimo quello svolto dalla società indipendente Rating Group, secondo il quale il 63% della popolazione ucraina è contraria a lasciare le terre occupate da Putin, e l’88% crede ancora in una vittoria contro la Russia, con l’obiettivo di tornare nei confini del 1991.


Sondaggi liberi? Sì, val la pena sottolineare che non siamo in Russia, nessuno arresta chi critica Zelensky e il governo, la gente è sostanzialmente libera di esprimere le proprie opinioni, lo scontro tra Zelensky e il capo di Stato maggiore Zaluzhny è oggetto di pubbliche discussioni, e anche la questione sull’opportunità delle elezioni, con circa 8 milioni di ucraini all’estero e i soldati al fronte, è dibattuta e sostanzialmente respinta a grande maggioranza dalla popolazione. Tornando ai sondaggi, solo il 24% degli ucraini sarebbe disposto a fare la pace subito, lasciando ai russi il territorio e tutto il resto che hanno rubato dopo l’aggressione del 24 febbraio 2022. C’è stanchezza nella gente? Certo che c’è, e insieme dolore, tanto dolore e sofferenza per i morti e i feriti, e le case distrutte, le fabbriche devastate. Soprattutto si teme per la mancanza di munizioni, si spera nella ripresa degli aiuti militari americani e degli alleati. Tuttavia non diminuisce la spinta alla resistenza. Oggi più che mai l’Ucraina si sente europea, guarda alle nostre libertà e democrazie come modelli da seguire in alternativa al totalitarismo violento degli “orchi”. E trae speranza dalla pochezza delle dichiarazioni di Putin: due anni fa mirava ad annettersi Kiev e l’intera Ucraina in poche settimane, adesso annuncia con trionfo la cattura di ‘19 case’ alla periferia di una cittadina, mentre la sua flotta perde progressivamente il controllo del Mar Nero. Ha fatto bene l’UE a stanziare nuovi 50 miliardi di aiuti per l’Ucraina. 

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