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Navalny, "conseguenze irreversibili per la Russia": le parole di Boris Belenkin

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"Conseguenze irreversibili per la Russia". Dopo la morte in carcere di Alexey Navalny, il principale oppositore di Vladimir Putin perseguitato dal regime per anni, arriva la profezia cupissima di Boris Belenkin, l'attivista che nel 2022 ha ricevuto il premio Nobel per la pace con Memorial, l'organizzazione in difesa dei diritti umani fondata da Andrey Sakharov.

"La prima reazione è stata: mi hanno ucciso! Poi, un minuto dopo: disastro! Ora, più consapevolmente, dico che per noi, per il Paese Russia, per il suo futuro politico, questa morte, questo omicidio, avrà conseguenze irreversibili", spiega a La Stampa Belenkin, dal suo esilio in Repubblica Ceca. "Negli anni in cui era ancora possibile - ricorda -, il nostro lavoro è stato spesso occasione di incontri, lui rappresentava la voce che più di ogni altra era riuscita a raggiungere una grande maggioranza del Paese, aveva rivoluzionato il linguaggio, ogni volta che postava un messaggio mostrava quanto falsa e retorica fosse la propaganda del potere ufficiale". 

Tutte le voci della residua opposizione allo Zar oggi si mostrano prostrate. "Mi sento così abbattuta e triste. Spero che la reazione non sia solo: siamo così dispiaciuti per la morte di Navalny. Non è abbastanza", accusa al Corriere della Sera Marina Litvinenko, vedova di Aleksander Litvinenko morto a Londra avvelenato dai sicari di Putin 18 anni fa. "È ancora prematuro capire chi potrà beneficiare o chi ha pensato di potere beneficiare della morte di Navalny. Putin è la creazione di diverse fazioni dei servizi di sicurezza e dei militari: e hanno bisogno che Putin appaia forte, che appaia spiegato, in modo da spaventare gli altri". "La resistenza a Putin - sottolinea - sta avvenendo sulla linea del fronte fra Ucraina e Russia. Finché l'Ucraina sarà in grado di combattere contro la Russia, la gente che è contro il regime di Putin ne trarrà forza. Navalny era già in prigione, era un simbolo, ma in realtà tutto si giocherà sulla linea del fronte".

Secondo Ilya Ponomarenko, invece gli "sforzi di Alexei Navalny non saranno sprecati", ma le persone che potranno sfidare il presidente Putin non saranno figure della "opposizione tradizionale". L'ex parlamentare russo che ora vive in Ucraina spiega alla Bbc come all'inizio dell'invasione dell'Ucraina la vera minaccia per il Cremlino sia "venuta da persone che combattono davvero". Ha citato come esempi la Legione della Libertà di Russia con sede in Ucraina, un gruppo paramilitare che ha rivendicato una serie di incursioni in Russia e anche quello che ha descritto come un "movimento di resistenza urbana" attivo in tutta la Russia. "Si tratta di un'opposizione russa di nuova generazione", ha detto Ponomarev, aggiungendo di essere certo che presto tornerà in Russia "su un carro armato o su un veicolo blindato". E ha esortato i politici occidentali a rendersi conto "che questa guerra può finire solo in un modo: con la rimozione di Putin dal suo incarico e la distruzione del 'Putinismo' come versione moderna del 'fascismo'". 

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