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Navalny, la profezia dal carcere: "Il regime cadrà, come l'Urss"

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"Il regime cadrà, è come l'Urss": Alexei Navalny, l'oppositore russo morto il 16 febbraio, lo scrisse dalla sua colonia penale in una lettera all'ex dissidente sovietico Natan Sharansky per ringraziarlo del suo libro "Non temere il male". Libro nel quale Sharansky raccontava la sua prigionia nei gulag sovietici. A rivelare lo scambio epistolare è il sito The free Press. "Voglio ringraziarti molto per questo libro che mi ha aiutato tanto e continua ad aiutarmi - scrisse Navalny nel marzo 2023 -. Sì, sono allo Shizo (la cella di punizione, ndr), ma quando ho letto dei tuoi 400 giorni in cella di punizione con razioni di cibo decrescenti, uno capisce che c'è chi ha pagato un prezzo anche più alto per le sue convinzioni". 

"Il tuo libro mi ha dato speranza perché la similitudine fra i due sistemi - l'Urss e la Russia di Putin - le loro somiglianze ideologiche, l'ipocrisia alla base della loro essenza, la continuità dall'una all'altra, tutto ciò garantisce un ugualmente inevitabile collasso", sosteneva ancora Navalny. Commossa la risposta di Sharansky, che si dice un "ammiratore" di Navalny. 

 

 

 

Sharansky trascorse nove anni nei gulag sovietici, fino al 1986. E spiegò di aver scritto il suo libro come manuale di sopravvivenza per chi era prigioniero del Kgb. "Ti auguro, non importa quanto sia duro fisicamente, di mantenere la tua libertà interiore", rispose Sharansky a Navalny, aggiungendo di sperare che almeno lui non superasse il suo record di permanenza allo Shizo. Sharansky e Navalny si scrissero poi altre due lettere. L'ex dissidente sovietico, emigrato in Israele dove è stato anche ministro, ha rivelato nelle missive che il suo libro è stato letto anche da un altro dissidente russo oggi in carcere, Vladimir Kara Murza.

 

 

 

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