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Transnistria, "chiediamo aiuto alla Russia": tensioni in Moldavia, cosa sta succedendo

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La Transnistria, regione separatista della Moldavia, chiede aiuto alla Russia. E dopo una sessione straordinaria del Congresso, aumentano ancora di più le tensioni al confine con l'Ucraina. I motivi sarebbero due: dazi doganali e un possibile intervento ibrido delle forze di Mosca nella regione indipendentista della Moldavia. Già nei giorni scorsi si era parlato della possibilità che la Transnistria chiedesse di poter aderire alla Russia. Lo aveva anticipato l'ex ministro della Comunicazione Gennadi Chorba. La richiesta potrebbe essere inoltrata a Mosca alla vigilia del discorso di Vladimir Putin sullo stato della nazione. 

Ora le autorità della autoproclamata nonché filorussa Repubblica della Transnistria hanno fatto sapere di voler chiedere "aiuto" a Mosca contro le "pressioni" di Chisinau, come riferito dall'agenzia russa Tass. L'entità separatista è indipendente dall'inizio degli anni Novanta. Anche se i militari russi, inviati nel 1992 come forza di pace, sono solo 1.500. Le "pressioni" della Moldavia di cui parla la Transnistria deriverebbero invece dalla vicinanza sempre più evidente all'Unione europea.

La Transnistria, però, non può non tenere conto anche della sua parte ucraina, come sottolineato da uno studio del Center for European Policy Analysis di Washington. Dall'ultimo censimento, risalente al 2015, risulta che i russi sono leggermente di più degli ucraini e dei moldavi. Poi, però, l'arrivo in Transnistria di profughi ucraini dopo l'inizio della guerra e l'emigrazione di russofoni con passaporto russo potrebbero avere inciso sui numeri, rendendo la comunità ucraina più folta. 

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