Al vetriolo

Donald Trump scatenato: "Immigrati come animali"

Andrea Valle

Un Donald Trump scatenato ha incendiato (come se non fosse già caldo) il clima politico statunitense durante un comizio in Ohio in un lungo e cupo discorso in cui ha definito il 5 novembre, il giorno del voto per le presidenziali, «la data più importante della storia americana», uno spartiacque che segnerà il futuro degli Stati Uniti. Assicurando un’azione rapida e decisa sul fronte dell’immigrazione non appena tornerà alla Casa Bianca, l’ex presidente ha tuonato contro i migranti illegali che attraversano il confine con il Messico e «invadono il Paese. Non so se voi li chiamate persone. In alcuni casi non lo sono, sono animali», ha detto ai sui fan riscuotendo una pioggia di applausi e consensi.

Temperatura salita alle stelle quando ha paventato «un bagno di sangue» nel caso di una sua sconfitta alle elezioni. Parole durissime riferite alle difficoltà dell’industria automobilistica, che hanno scatenato una bufera. «Vuole un altro 6 gennaio, incita la violenza e ha sete di vendetta», ha tuonato lo staff di Joe Biden che Trump (sostenuto anche da Elon Musk: «Le sue parole volutamente estrapolate dal contesto»), di rimando, ha accusato così: «Vede molte persone protestare là fuori e si dà il caso che siano palestinesi o provenienti dal Medio Oriente. Probabilmente è rimasto scioccato nel vederle e, all’improvviso, ha scaricato Israele. Io a Netanyahu invece consiglio che dovrebbe concludere presto la guerra e farlo velocemente, e tornare a un mondo di pace. Abbiamo bisogno di pace nel mondo».

 

 

Donald ha poi riservato parole sulla Russia: «Non so Vladimir Putin è responsabile per morte di Alexei Navalny», ha detto in un’intervista a Fox, «Non so se è responsabile, forse ma non lo so», ha aggiunto, spiegando che Navalny era «giovane, quindi statisticamente avrebbe dovuto ancora vivere a lungo».

 

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