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Kiev, missile russo sulla casa di un impiegato della Farnesina

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Mirko Molteni
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Mentre si stava per aprire il vertice del Consiglio UE, la Russia ha lanciato la scorsa notte uno dei maggiori attacchi su Kiev dall’inizio della guerra. Sono stati ben 31 i missili sparati dai russi sulla capitale ucraina, causando almeno 10 feriti, secondo il sindaco Vitaly Klitschko, di cui «sei nel quartiere Shevchenkiyvsky e quattro nel quartiere Svyatoshynsky». Gli abitanti si sono rifugiati nelle gallerie della metropolitana.

L’antiaerea, secondo gli ucraini avrebbe abbattuto tutti gli ordigni, ma gli estesi danni e incendi in città indicherebbero che, o parte dei missili non è stata intercettata, oppure che le difese, abbattendo gli ordigni a distanza troppo ravvicinata, fanno cadere rottami comunque devastanti. Il che ripropone il tema del rafforzamento dell'antiaerea ucraina anche con sistemi a lungo raggio, per intercettazione precoce, lontana dagli obbiettivi. Uno dei missili ha distrutto perfino l’abitazione di un cittadino ucraino impiegato negli uffici dell’ambasciata italiana a Kiev, per fortuna senza vittime perché in casa non c'era nessuno. All'impiegato e alla famiglia, il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rivolto un messaggio di solidarietà.

Dei missili lanciati, uno era un balistico Iskander da terra, tutti gli altri erano Kinzhal, Kh-101 e Kh-555 sganciati in volo da 11 bombardieri pesanti Tupolev Tu-95MS decollati dalla base di Engels, che evidentemente deve aver subito pochi danni, ininfluenti sulla sua operatività, da un attacco di droni ucraini di due giorni fa. L'attacco è avvenuto quando a Kiev era presente, in una visita a sorpresa, il consigliere della Sicurezza Nazionale USA Jake Sullivan, a cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto lo sblocco dei rifornimenti militari americani, che latitano da dicembre.

Di fronte a carenze in uomini e mezzi, l'Ucraina deve mantenere la difensiva sul grosso del fronte, limitando le offensive ai raid dei droni e alle infiltrazioni di truppe speciali e russi antiputiniani oltre il confine russo, oltre a piccoli aggiustamenti.

Proprio la regione russa di Belgorod resta “calda” tanto che, per la prima volta, il bollettino di guerra della Difesa di Mosca ha inserito la “direzione di Belgorod” come voce a sé. I russi hanno ancora ieri colpito un'area di raggruppamento di truppe e mezzi ucraini appena al di là del confine, per impedire una nuova infiltrazione, mentre nel villaggio di Kozinka sarebbero stati respinti gli ultimi commando penetrati nei giorni precedenti. Il comandante in capo delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky, ha ieri riferito che «le nostre truppe sono riuscite a stabilizzare la situazione nell'Ucraina orientale». Il fronte, per ora, sembrerebbe saldo e in equilibrio, ma in alcuni punti viene ancora eroso dai russi.

Ieri è stata annunciata la conquista russa del villaggio di Tonenkoye, da cui gli ucraini bersagliavano spesso Donetsk con lanciarazzi RM-70 Vampire di provenienza cèca. Poiché Tonenkoye è a 5 km a Ovest di Avdiivka, presa dai russi un mese fa, ne consegue che l'esercito del Cremlino è avanzato di altrettanto nelle ultime settimane.

I russi hanno inoltre respinto un contrattacco ucraino su Rabotino, mentre a Mikolayiv hanno distrutto con un missile la fabbrica meccanica Zorya-Mashproekt, come conferma alla TASS, Sergey Lebedev, definito «membro del movimento clandestino regionale». Dietro le linee del fronte, e in quel caso alle spalle di Odessa, Mosca conta vari agenti.

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