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Cina, soldati e jet a Minsk: Pechino prepara la guerra in Europa, minaccia al confine

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Mirko Molteni
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Se al vertice Nato di Washington si parla anche di operazioni negli Oceani Indiano e Pacifico per arginare la Cina, le truppe di Pechino arrivano alle porte dell’alleanza, ospiti della Bielorussia per esercitazioni congiunte. L’operazione, confermata dai presidenti bielorusso e cinese Alexander Lukashenko e Xi Jinping, col beneplacito del comune alleato russo Vladimir Putin, nel recente vertice SCO di Astana, in Kazakhstan, è partita il 6 luglio con l’arrivo di un numero non divulgato di soldati cinesi in una base bielorussa a Brest, città a soli 5 km dalla frontiera con la Polonia e a 50 km dai confini ucraini.

Le esercitazioni campali, chiamate “Falco d’assalto”, sono iniziate l’8 luglio e continueranno fino al 19 luglio. Per il generale bielorusso Vadim Denisenko: «Sono manovre congiunte antiterrorismo per sviluppare nuovi metodi tattici sulla base delle esperienze degli ultimi due anni». Ovvero sulla base di quanto gli alleati russi hanno imparato in Ucraina. Le truppe bielorusse e cinesi proveranno «liberazione di ostaggi, sbarchi notturni, operazioni di guerriglia in città».

 


I soldati cinesi sono arrivati a Brest a bordo di uno dei nuovi colossali aerei da trasporto militare Xian Y-20, in grado di volare dalla Cina all'Europa senza scalo portando carichi fino a 66 tonnellate, l’equivalente di un battaglione di fanteria, oppure un carro armato pesante o due carri leggeri. L’autonomia di volo va da 4500 a 10.000 km a seconda del carico. Operativo nell'aviazione cinese in 67 esemplari, l'aereo è l'emblema della volontà di Pechino di proiettare le sue forze molto lontano, fino in Occidente.
TEATRI DI GUERRA GLOBALI
La produzione dell’Y-20 continua e se la Cina supererà i 100 esemplari potrà trasportare per via aerea un esercito in Europa a dar manforte a Russia e Bielorussia contro la Nato. Le manovre bielorusso-cinesi vicino alla frontiera allarmano la Polonia, che sentendosi in prima linea sta investendo il 4% del Pil per le forze armate. Ieri gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo prestito da 2 miliardi di dollari a Varsavia, più 60 milioni perfino per l'interesse del prestito, per consentirle di comprare armi americane come missili Patriot, carri armati M1 Abrams e caccia F-35, questi appaltati alla fabbrica italiana di Cameri. Soldi che torneranno ancora agli USA a causa della partita di giro dell'acquisto delle armi americane.

L'asse russo-cinese spinge la Nato a partecipare sempre più alla difesa degli alleati degli Stati Uniti nel Pacifico, dove cresce la pressione cinese sugli arcipelaghi. Perciò, tuttora, si trovano in Oriente forze della Marina e dell'Aeronautica italiane. Ieri sono giunte a Darwin, in Australia, la portaerei Cavour, che imbarca 6 caccia F-35 e 7 AV-8 Harrier, e la fregata Alpino, coronando un lungo viaggio. Le navi italiane erano salpate il 1° giugno da Taranto, erano passate dal canale di Suez il 7 giugno e avevano fatto sosta dal 23 al 28 giugno a Singapore. In Australia sono giunti anche aeroplani della nostra Aeronautica, sei caccia F-35, quattro caccia Eurofighter, una aerocisterna KC-767, un trasporto C-130J e un ricognitore G.550 CAEW. Le forze aeree italiane affiancheranno altri 20 Paesi dal 12 luglio al 2 agosto alle esercitazioni “Pitch Black 2024”, per un totale di 140 velivoli e 4000 militari. Oltre a Stati Uniti, Giappone, Sud Corea, India, Filippine, figurano Italia, Gran Bretagna, Spagna e Francia a riprova del coinvolgimento europeo nell'Indo-Pacifico. Le navi Cavour e Alpino, invece, verranno raggiunte dal pattugliatore Montecuccoli e dovrebbero partecipare alle grandi manovre navali americane RIMPAC, che dureranno fino al 1° agosto.
TAIWAN AL CENTRO
La mobilitazione Nato nell'Indo-Pacifico è la reazione agli appetiti della Cina per Taiwan, l'isola alleata di Washington che è sempre minacciata di invasione dai cinesi. Specie dopo che, in maggio, s'è insediato a Taipei il nuovo presidente indipendentista Lai Ching-Te, erede della uscente Tsai Ing-Wen, la quale già dal 2016 sanciva l'allontanamento dalla Cina. Il 24 maggio i cinesi avevano circondato l'isola con ben 49 aerei militari e 35 navi da guerra, esercitandosi a un blocco navale. Il 27 giugno la Cina s'era limitata a muovere 35 aerei e 7 navi, mentre l'ammiraglio americano Samuel Paparo anticipava che, in caso d'attacco cinese, Taiwan reagirebbe con «migliaia di droni» per impegnare i cinesi il tempo necessario a far arrivare rinforzi americani. Taiwan, comunque, si prepara a proteggersi anche da sola, con le esercitazioni di difesa aerea Wanan, previste dal 22 al 25 luglio.

 

 

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