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Usa, c'è Obama dietro le manovre anti-Biden: intanto Joe sta perdendo i finanziatori

Dario Mazzocchi
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Tre amici che forse non lo sono più, per un tradimento improvviso e sulla pubblica piazza da cui trarre un’avvincente sceneggiatura cinematografica, considerando i personaggi coinvolti. Il primo dei tre, il bello del gruppo, è infatti George Clooney, la stella hollywoodiana che nel 2022 ha ricevuto l’importante riconoscimento del Kennedy Center per gli artisti che contribuiscono alla cultura americana. A consegnarglielo fu il presidente Joe Biden, l’anziano del trittico, che mercoledì è finito nel mirino di Clooney con l’editoriale sul New York Times che si è rivelato un invito esplicito ad abbandonare la corsa per la conferma alla Casa Bianca. «Lo considero un amico e credo in lui», ha precisato Clooney come se offrisse delle scuse non richieste, ma gli anni sulle spalle sono ormai troppo ingombranti per reggere la sfida.

Il terzo, il più carismatico, è quello che sapeva del pizzino pronto ad essere stampato sulla testata di riferimento del mondo democratico, e che, a quanto pare, non si è opposto: Barack Obama. Correva l’anno 2006 e Obama-Biden sarebbe diventato il ticket presidenziale che ha contribuito a rivoluzionare la storia della politica statunitense: il primo presidente di colore e il suo fedele vice, una coppia affiatata e immortalata nei sorrisi, nelle battute e negli sguardi d’intesa. Due star che potevano contare sul sostegno incondizionato dall’industria cinematografica e di cui Clooney è stato fiero ambasciatore. Oggi sono solo fotogrammi sbiaditi Secondo le rilevazioni di Politico.com, testata ben inserita negli ambienti di Washington, Obama sarebbe stato informato dall’amico Clooney sulle perplessità di quest’ultimo per lo stato di lucidità di Biden, emerse del tutto dopo averlo incontrato direttamente ad un evento di beneficenza a Los Angeles. Persone informate dei fatti hanno svelato che Obama non avrebbe in alcun modo consigliato o incoraggiato l’attore americano nella stesura dell’articolo, ma non si sarebbe nemmeno opposto.

 

 

Dallo staff dell’ex presidente non è arrivata nessuna smentita, se non un semplice diniego a commentare le insinuazioni. Un silenzio che apre uno squarcio ancora più profondo sulle tensioni interne al Partito democratico che si trascinano dalla débâcle di Biden durante il primo confronto televisivo con Donald Trump, che dalla sua ha invitato Clooney a evitare di impicciarsi di politica. Ironia della sorte, a volere Biden è rimasto proprio il candidato repubblicano che, furbescamente, ha sfidato il presidente ottantenne ad una partita di golf: ai commenti sul Times per mettere in luce la debolezza del rivale preferisce una sfida diretta sul campo. Il quadro, a questo punto, è quello che ritrae un Obama che in pubblico si spende per l’amico Joe, ma in privato starebbe tessendo le fila per rimpiazzarlo. Nel pieno della campagna elettorale del 2020, quando la rincorsa di Biden aveva bisogno di un boost vigoroso, Obama iniziò a palesarsi al suo fianco arrivando in qualche momento a oscurarne l’immagine: resta emblematica la visita ad una scuola in Michigan durante la quale Obama infilò una tripla sul campo di pallacanestro e si rivolse ad un meravigliato Biden ricordandogli «questo è ciò che so fare! ». Sfide tra amici che non valgono più. Per Politico.com alla congiura partecipa anche l’ex speaker del Congresso, Nancy Pelosi.

Confidandosi con alcuni rappresentanti democratici avrebbe affermato che Biden non ha chance di vittoria e dunque dovrebbe farsi da parte. Il piano prevede di attendere la fine del summit Nato di questa settimana per poi dare fiato alle dichiarazioni. In attesa dei comunicati, a indicare la tempesta in corso ci pensano i soldi che mancano alla campagna elettorale di Biden: i grandi finanziatori hanno chiuso il portafoglio. I fondi «si stanno esaurendo», ha confessato al Financial Times un sostenitore democratico. «Quando parlo con altri finanziatori, nove su dieci dicono di non aver intenzione di contribuire perché preoccupati di perdere». C’è chi resta nell’anonimato, chi invece si fa avanti come Reed Hastings, co-fondatore della piattaforma Netflix, che si è unito alla cerchia di chi implora Biden di abbandonare.
Amici, amici, e poi ti rubano la bici. Considerati i precedenti con le due ruote, forse per Biden è meglio così.

 

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