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Giorgia Meloni in Cina, l'ordine dei servizi alla delegazione: "Niente smartphone"

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Giorgia Meloni è attesa in Cina per la sua prima visita da presidente del Consiglio. La tre giorni di Pechino - da domenica 28 a mercoledì 31 luglio - è stata confermata da una nota di Palazzo Chigi. Anche il governo cinese ha annunciato l'arrivo della leader di fratelli d'Italia "su invito" del premier Li Qiang. "Quest'anno ricorre il ventesimo anniversario del partenariato strategico globale Cina-Italia. Spero che la visita promuova ulteriormente la cooperazione win-win per tutti tra i nostri Paesi", si legge in un tweet su X di Wang Lutong, direttore per gli Affari europei del ministro degli Esteri cinese.

Note a parte, c'è un dettaglio curioso che non è sfuggito ai più attenti osservatori. La delegazione di Palazzo Chigi dovrà infatti lasciare cellulari, smartphone, orologi smart e tablet a casa. Il motivo? I servizi segreti italiani non vogliono che gli apparecchi elettronici di uso quotidiano possano essere silenziosamente messi sotto controllo. Si tratta di una pratica tassativa ma irrituale. Basti pensare che lo scorso 5 luglio il ministro del Made in Italy Adolfo Urso e i suoi collaboratori si erano regolarmente portati dietro lo smartphone. Domenica, invece, si potranno utilizzare solo i cosiddetti "burner phone", ovvero i telefoni con scheda e numero nuovi. Insomma: dei cellulari usa e getta, come quelli di James Bond.

 

 

“La visita della premier italiana a Pechino avviene in un contesto particolarmente delicato per le relazioni economiche tra l’Unione europea e la Cina - ha spiegato Silvia Menegazzi, docente di Relazioni internazionali e Studi asiatici della Luiss -. Negli ultimi mesi, la Ue ha adottato misure restrittive significative, imponendo dazi su settori chiave come il settore automobilistico e, più recentemente, il biodiesel”. 

 

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