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Terza guerra mondiale alle porte, "scoppierà in Asia": l'allarme dell'esperto

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Non sarà in Medio Oriente e neppure in Ucraina, la terza guerra mondiale scoppierà in Asia. A rivelarlo è Zheng Yongnian, uno dei principali esperti di geopolitica in Cina. La sua analisi, citata da Federico Rampini, imputa lo scoppio del conflitto agli Stati Uniti. Una sorta di nuova guerra fredda che ha come terreno di battaglia l'Asia-Pacifico. Il motivo è semplice: "Questa parte del mondo - per l'esperto - possiede tutti gli elementi suscettibili di scatenare una guerra mondiale. Possono essere riassunti così: interessi economici + Stati Uniti + una versione asiatica della Nato + modernizzazione militare + nazionalismo". Tradotto, "gli Stati Uniti stanno diventando un significativo promotore della guerra in Asia. La principale ragione per cui l’America pianifica la guerra sono gli enormi benefici economici che può ricavare in Asia".

Ma non solo. A detta di Yongnian i problemi interni agli Usa possono essere risolti, in tempi moderni, solo con una guerra esterna. E, ora che il nemico non è più l'Unione Sovietica, ecco che tutto si riverserebbe su Pechino. Per questo - si legge - "dal punto di vista dei grandi spostamenti geopolitici, l’Asia è di fronte a un pericolo di guerra senza precedenti. Che si tratti di competizione politica, guerra convenzionale, o deterrenza nucleare, la situazione in Asia si sta deteriorando rapidamente".

Ciò che rende pessimisti, è il pensiero dell'analista, "è che non solo le società asiatiche sono poco consapevoli del pericolo, ma un crescente numero di Paesi si uniscono a questo minaccioso war game, attivamente o passivamente". Risultato? Per Rampini la strategia della superpotenza comunista è chiara. Xi Jinping sta tentando la costruzione di una "economia-fortezza", progettata per possedere la massima autosufficienza e quindi resilienza di fronte agli shock esterni. 

 

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