CATEGORIE

Usa, è Trump che difende la libertà accademica

In America ed Europa una parte del mondo accademico è in rivolta contro le politiche universitarie del presidente Usa, definite liberticide. Le cose, però, stanno diversamente
di Corrado Ocone mercoledì 30 aprile 2025

3' di lettura

In America e in Europa una parte del mondo accademico è in rivolta contro le politiche universitarie di Donald Trump, definite liberticide e fasciste, tese ad annullare la libertà di ricerca e a stabilire un rigido controllo politico su programmi e finanziamenti. Senza tema del ridicolo, anche nel nostro paese si è promosso un appello (al quale hanno aderito finora duemila docenti) affinché l’Unione Europea vari un “ReBrain Europe” che faciliti l’accoglienza dei cervelli in fuga dal dittatore, in una sorta di emigrazione al contrario rispetto a quella che portò ai tempi di Hitler tanti scienziati e uomini di cultura oltreoceano.

Di certi paragoni bisognerebbe semplicemente ridere se non fosse che, dietro tutta la vicenda, si cela un aspetto rilevante che viene occultato e che emergerebbe in tutta la sua chiarezza se solo qualcuno si prendesse la briga di leggere (o di far conoscere nel caso dei media) gli ordini esecutivi di Trump sul tema (gli ultimi 7 firmati il 23 aprile scorso). In sostanza, l’amministrazione americana si propone con la propria azione di ristabilire proprio quella totale libertà di ricerca e quel pluralismo culturale che ha fatto grande in passato l’accademia di quel paese e lo ha reso forte anche dal punto di vista economico, sociale e politico. Quella libertà e quel pluralismo che sono stati purtroppo minati in maniera massicia negli ultimi decenni dal predominio della cultura woke, la quale ha attuato forme di censura, anche preventive, nei confronti di chiunque osasse mettere in dubbio anche solo qualcuno dei suoi assunti o dogmi.

Dazi, adesso scoppia la guerra tra Trump e Amazon

Alta tensione tra Trump e Amazon sull’ipotesi che il colosso del commercio on line possa inserire nel dettaglio de...

A quanti studiosi è stato impedito di parlare o sono state imposte delle rigide regole su quel che potevano o non potevano dire? E come non considerare il rapido intervento di una sorta di “polizia morale” fatta di burocrati e funzionari universitari ogni volta che qualcuno osasse contravvenire a quelle regole? Ora, questa situazione ha causato due effetti collaterali che hanno avuto una ricaduta generale sulla società: la “chiusura della mente americana”, per usare una fortunata espressione del filosofo Allan Bloom; la fine di ogni principio meritocratico nel conferimento dei titoli accademici e nell’assunzione dei ruoli più disparati nell’università e fuori.

Per quanto concerne il primo punto, è del tutto evidente che la cultura ha bisogno di aria libera: è il dubbio, la contraddizione, la messa in discussione, la “falsificazione” delle “verità” del momento, che fa vedere le cose da prospettive diverse e fa progredire il sapere. In stanze asfittiche la cultura si rinsecchisce, inaridisce. Sarà un caso che le più grandi innovazioni degli ultimi tempi siano avvenute fuori dalle accademie o in situazioni ove l’università si è mossa sostanzialmente al traino di imprenditori e tecnocrati visionari? Per quel che concerne la meritocrazia, essa è esplicitamente richiamata in uno degli ultimi ordini esecutivi: ridurre i programmi relativi alla diversità, equità e inclusione (DEI) non significa discriminare ma evitare che si realizzi una “discriminazione al contrario” e che criteri non “oggettivi” di valutazione siano messi in atto.

Quanto poi all’ordine esecutivo in cui Trump chiede trasparenza sui finanziamenti esteri, esso nasce dal fondato sospetto che sia interesse di alcuni stati fomentare l’antisemitismo che ha ormai invaso le università americane. Una parola di verità va infine detta anche sulla minaccia da parte di Trump di “congelare” i fondi statali a chi non si adegua. Essa è perfettamente legittima: un presidente espresso da libere elezioni può usare come meglio crede i fondi a sua disposizione. Senza dimenticare che il taglio, lungi dall’affossare le università come pure si legge in questi giorni, colpirebbe solo una piccolissima parte dei loro proventi. Chi è che vuole politicizzare l’università, Trump o i suoi detrattori? Cari docenti in “rivolta”, che dirvi? Siete ovviamente liberi di opporvi a Trump, ma per favore non fatelo in nome di una libertà che avete voi calpestato! 

Trump, i secondi "primi 100 giorni" del presidente con la clava

A sentir parlare Donald Trump durante la campagna elettorale, sembrava di ascoltare un bimbo che spiega, con i mattoncin...

Trattativa per la pace Donald Trump, "ho informato anche Giorgia Meloni": il piano per la pace

Colloquio telefonico Ucraina, telefonata tra Putin e Trump: ecco cosa si sono detti

Ex presidente Usa Biden, diagnosticata una "forma aggressiva di cancro alla prostata"

tag

Ti potrebbero interessare

Donald Trump, "ho informato anche Giorgia Meloni": il piano per la pace

Ucraina, telefonata tra Putin e Trump: ecco cosa si sono detti

Biden, diagnosticata una "forma aggressiva di cancro alla prostata"

Meloni, la telefonata con Trump? Schlein smentita a tempo record

Ucraina, telefonata tra Putin e Trump: ecco cosa si sono detti

Si è conclusa la conversazione telefonica tra Vladimir Putin e Donald Trump, che il presidente russo ha definito ...

Usa, choc al funerale: "Non è mio zio", chi c'è nella bara

Una storia che ha del surreale, quella andata in scena a Otis Adkinson negli Stati Uniti. Qui è avvenuto un ...

Gb, 98enne schiaccia Tesla col tank Video

Non è detto che si tratti di una notizia vera, anche perché è stata rilanciata da testate non molto...

Criminali in crisi, la nuova Libia e il generale russo

Negli scontri fra milizie libiche ci hanno rimesso la pelle anche gli animali dello zoo di Abu Salim a Tripoli. Il giorn...
Giovanni Longoni