Il leader dell’Alleanza per l’unione dei romeni (Aur) George Simion ha annunciato un ricorso contro l’esito del secondo turno delle elezioni presidenziali. Al ballottaggio, Simion ha perso contro il candidato indipendente e sindaco di Bucarest Nicusor Dan. Simion ha annunciato che solleverà la questione davanti alla Corte costituzionale "per le stesse ragioni per cui hanno annullato le elezioni di dicembre". Il giudice costituzionale romeno aveva annullato le elezioni presidenziali dopo il primo turno dello scorso novembre, motivando la decisione con il sospetto dell’ingerenza di attori legati alla Russia. Questo sospetto è stato poi certificato da indagini delle autorità romene e della Commissione europea. Le elezioni presidenziali in Romania si sono ripetute il 4 e il 18 maggio. Al ballottaggio Dan ha conquistato il 53,60 per cento, mentre Simion si è fermato al 46,40 per cento.
La Romania al voto, ammucchiata contro Simion
Nel “Super Sunday” elettorale del Vecchio Continente, gli occhi dell’Europa sono tutti puntati su Polo...La Russia intanto ha definito "infondati" i sospetti di interferenze nelle elezioni presidenziali rumene, vinte dal candidato europeista Nicusor Dan. Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, puntando invece il dito contro Bucarest: "Il processo elettorale in Romania è stato costellato di scandali, causando una perdita di fiducia da parte dei cittadini nelle autorità e nella loro politica di rigida adesione alle direttive di Bruxelles". In un messaggio pubblicato su Telegram, Zakharova ha parlato di una "crisi politica profonda" e della "polarizzazione della società", definendo "patetici" i tentativi del governo rumeno di attribuire a Mosca le responsabilità di tale situazione". Dan ha vinto al ballottaggio con il 53,67% dei voti contro il 46,33% del candidato ultranazionalista George Simion, dopo che le elezioni precedenti - vinte a sorpresa dal filorusso Calin Georgescu - erano stato annullate per irregolarità e sospette ingerenze. Secondo l’Osce, il voto si è svolto nel rispetto delle libertà fondamentali, pur evidenziando i rischi legati alla disinformazione online.