Il pugno durissimo di Donald Trump a Los Angeles, con l'esercito in campo, il coprifuoco e gli arresti di massa scattati nella notte italiana, innesca uno scontro politico con pochissimi precedenti nella storia americana. E il governatore della California Gavin Newsom, democratico, parla apertamente di "democrazia sotto attacco, davanti ai nostri occhi".
La situazione intanto sta deflagrando anche nel resto degli Usa: uomini della Guardia nazionale del Texas saranno schierati in diverse località dello Stato in vista delle proteste previste per questa settimana, come annunciato dal governatore repubblicano Greg Abbott. Si prevede che le organizzazioni del Texas meridionale organizzino raduni contro la Immigration and Customs Enforcement (Ice), l'agenzia federale statunitense, parte del dipartimento della Sicurezza interna degli Stati Uniti, responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell'immigrazione. Lunedì le autorità hanno utilizzato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti presso il complesso del Campidoglio di Austin. "Le proteste pacifiche sono legali", ha dichiarato Abbott in un post su X, "ma fare del male a una persona o danneggiare una proprietà è illegale e porterà all'arresto".
Il sindaco di Los Angeles Karen Bass ha decretato il coprifuoco dalle 20 alle 6 del mattino per alcune zone del centro della metropoli americana, sconvolta dagli scontri scoppiati in seguito ai raid anti-immigrazione della Casa Bianca e surriscaldata dalla decisione del presidente di inviare prima la Guardia Nazionale e poi i Marines. Dopo l'entrata in vigore del divieto di accesso nella "zona calda", la polizia ha reso noto di aver effettuato "arresti di massa" mentre diversi gruppi di protesta continuano a radunarsi nella zona designata per il coprifuoco. "Diversi gruppi continuano a radunarsi sulla 1st St tra Spring e Alameda", ha segnalato il LAPD su X. "Si stanno prendendo di mira questi gruppi e si stanno avviando arresti di massa".
Almeno 378 persone sono state arrestate negli ultimi quattro giorni, di cui quasi 200 finora, ha dichiarato il capo del dipartimento di polizia di Los Angeles, Jim McDonnell. Il sindaco ha specificato che una ventina di negozi sono stati saccheggiati da quando sono esplosi i disordini. Intanto un giudice federale ha respinto la richiesta della California di un'ordinanza restrittiva immediata che impedirebbe temporaneamente all'amministrazione Trump di utilizzare i Marines e la Guardia Nazionale per far rispettare le leggi dello Stato, comprese quelle sull'immigrazione. Il giudice distrettuale senior Charles R. Breyer ha fissato un'udienza per giovedì. Alcuni esperti militari, interpellati dal Los Angeles Times, hanno sollevato preoccupazioni pratiche riguardo ai parametri poco chiari dell'obiettivo dei Marines. Avvertono inoltre che inviare i Marines senza una richiesta da parte di un governatore - una misura estremamente insolita che non si verificava dai tempi delle battaglie per i diritti civili del 1965 - potrebbe potenzialmente infiammare la situazione.
"I marines sono addestrati a combattere, è la prima cosa a cui vengono addestrati", ha affermato Jennifer Kavanagh, direttrice dell'analisi militare presso Defense Priorities, un gruppo di ricerca militare. "Quindi penso che ci sia una piccola discrepanza nelle competenze nell'attuale situazione". "In una crisi" come quella in atto a Los Angeles, si è chiesta Kavanagh, "quando sono costretti a prendere una decisione improvvisa, hanno abbastanza formazione ed esperienza per prendere quella che calma la situazione invece di peggiorarla? Credo che questo sia un punto interrogativo". Da parte sua il governatore della California Newsom, ha nuovamente accusato Trump di aver deliberatamente alimentato il fuoco delle proteste e di aver "implementato una rete militare" sulla città, "mettendo in pericolo i manifestanti pacifici e prendendo di mira le laboriose famiglie di immigrati". Secondo l'importante esponente democratico Trump sta "devastando il progetto storico dei nostri padri fondatori". "I regimi autoritari iniziano prendendo di mira le persone meno in grado di difendersi. Ma non si fermano qui - ha aggiunto Newsom -. Trump e i suoi fedelissimi prosperano sulla divisione perché permette loro di acquisire più potere ed esercitare un controllo ancora maggiore. La California potrebbe essere la prima, ma chiaramente non finirà qui. Altri Stati saranno i prossimi".