L'Aeronautica Militare statunitense ha effettuato un massiccio dispiegamento, senza precedenti, di aerei cisterna KC-135 e KC-46 sull'Atlantico da basi sulla terraferma americana, alimentando considerevoli speculazioni sul fatto che i velivoli possano essere destinati a partecipare alla guerra israelo-iraniana in corso.
Il numero di velivoli, riferisce il Military Watch Magazine, è continuato ad aumentare e, nelle ultime ore del 15 giugno, sarebbero state superate le 30 unità. Secondo quanto si legge, aerei cisterna provenienti da diversi paesi occidentali stanno partecipando alle attività di rifornimento aereo dell'Aeronautica Militare israeliana per facilitare gli attacchi contro l'Iran, sollevando la possibilità che questi nuovi aerei cisterna schierati possano essere destinati allo stesso scopo, ovvero rifornire i mezzi israeliani.
Un'altra possibilità, secondo il magazine, sarebbe quella che i velivoli saranno eventualmente destinati a rifornire i caccia e i bombardieri dell'Aeronautica Militare e della Marina statunitense qualora gli Stati Uniti dovessero entrare più attivamente in guerra. Gli Usa hanno già schierato sistemi di difesa aerea THAAD e il cacciatorpediniere AEGIS per supportare gli sforzi volti ad abbattere i missili balistici iraniani lanciati contro obiettivi israeliani.
Sebbene i caccia F-15 dell'Aeronautica Militare israeliana siano in grado di raggiungere il territorio iraniano senza rifornimento in volo, la grande maggioranza della flotta è composta da F-16, che non hanno la gittata necessaria per colpire la maggior parte degli obiettivi iraniani, anche se sono dotati di serbatoi di carburante esterni e impiegano missili da crociera o balistici a lungo raggio. I caccia occidentali hanno in media una gittata molto inferiore rispetto alle loro controparti cinesi o russe, il che ha portato a una forte dipendenza dal rifornimento in volo per le operazioni contro stati avversari.
L'F-35, ad esempio, ha un raggio di combattimento di circa 1000 chilometri, rispetto ai circa 2000 chilometri del J-20 cinese o del Su-34 russo. Il Military Watch Magazine riferisce che la potenziale vulnerabilità dei gruppi di portaerei della Marina statunitense agli attacchi missilistici iraniani potrebbe costringerli a lanciare sortite su distanze considerevoli, il che potrebbe rendere il supporto al rifornimento in volo estremamente prezioso.