La Germania sarebbe disposta a ripristinare la leva obbligatoria per potenziare le sue forze armate nel caso in cui un progetto volto ad attrarre volontari non dovesse fornire un numero sufficiente di reclute. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, intervenendo in tv. In particolare, ha spiegato di voler iniziare con un modello volontario con l'intenzione di aumentare le sue forze di riserva in risposta all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. "Il mio obiettivo è una legge che contenga due disposizioni", ha spiegato all'emittente tedesca ARD, riferendosi a un'opzione volontaria e a una obbligatoria in una proposta che sarà presentata al parlamento dopo la pausa estiva. Quella obbligatoria verrebbe attivata "se i numeri non sono sufficienti".
Lo stesso cancelliere tedesco Friedrich Merz ha detto di volere un Paese con "l'esercito convenzionale più forte d'Europa". Inoltre, alti funzionari della difesa, come riportato dal Financial Times, avrebbero sostenuto la necessità di reclutare circa 80mila soldati professionisti in più nei prossimi 10 anni per rispettare gli impegni presi con la Nato. La Germania dovrebbe anche aumentare il numero di riservisti attivi da richiamare in tempi di crisi, passando dai circa 60mila attuali a 200mila unità entro la fine del prossimo decennio. Il progetto, come spiegato dal ministro tedesco, potrebbe iniziare con la richiesta ai giovani appena maggiorenni di compilare un sondaggio sulla loro disponibilità a partecipare all'addestramento militare volontario e poi a proseguire l'impegno entrando a far parte delle riserve. Secondo una prima previsione, il programma potrebbe accogliere inizialmente 5mila persone all'anno.
Non si sono detti d'accordo con questo piano di azione i vertici della Cdu, il partito di Merz, secondo cui la Germania ha bisogno dell'arruolamento obbligatorio immediato. Per Pistorius, però, l'esercito al momento non dispone delle caserme e del personale necessari per addestrare centinaia di migliaia di giovani coscritti ogni anno. "Dobbiamo farlo migliorando l'attrattività, le retribuzioni e altri aspetti", ha concluso.